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Cobolli senza parole, Coppa Davis rubata: svelato il colpevole

Neanche il tempo di vincerla, che Flavio Cobolli si è trovato privato del trofeo vinto a Bologna. C’è un solo colpevole ed è stato subito trovato.

L’annata di Flavio Cobolli sembra appartenere già a una dimensione diversa, sospesa tra il presente di un talento che si sta completando e il futuro di un giocatore che può cambiare gli equilibri del tennis italiano. Il 2025 del romano ha raccontato un’ascesa costante, metodica, fatta di piccoli mattoni posati uno sopra l’altro fino a costruire un’impalcatura solida, nella quale mentalità e qualità tecniche hanno iniziato a intrecciarsi con continuità.

Il titolo di Amburgo contro Rublev, i progressi negli Slam, l’ascesa al n.17 del ranking: risultati che non hanno rappresentato semplici exploit, ma il segno evidente di una maturazione che va ben oltre le statistiche. Cobolli ha vinto partite di spessore, ha imparato a gestire le onde emotive dei match lunghi, e soprattutto ha dimostrato di avere un’identità tennistica precisa, che regge anche sotto pressione.

Flavio Cobolli
Cobolli senza parole, Coppa Davis rubata: svelato il colpevole – Sportitalia.it (screen Youtube)

Il capolavoro lo ha completato in Coppa Davis, nel teatro incandescente di Bologna, dove l’Italia ha scritto una pagina storica vincendo il trofeo per il terzo anno consecutivo. Nelle sfide che contano, Cobolli ha innestato una dimensione extra, quella dei grandi, annullando match point, ribaltando incontri che sembravano sfuggire di mano, imponendosi su Munar in una finale che resterà nella memoria collettiva.  Energia, coraggio, resistenza mentale: virtù che hanno fatto di lui il simbolo di una squadra che ha saputo vincere senza il suo faro, Jannik Sinner, confermando l’esistenza di un gruppo vero. È stato uno dei protagonisti più luminosi, ma anche uno dei più travolti dalle emozioni. Al punto che, mentre preparava la valigia per le vacanze alle Maldive, ha ammesso di non aver ancora “capito cosa fosse successo a Bologna”. Una settimana di brividi, di adrenalina, di momenti irripetibili che quasi non sono entrati nello zaino. E proprio sul più bello, prima della partenza, è arrivata la sorpresa finale: la Coppa Davis gli è stata…sottratta.

Coppa Davis, Cobolli scherza: “Me l’ha rubata mio nonno”

Il secondo atto di questa storia è una fotografia perfetta dell’universo Cobolli: spontaneo, autentico, irresistibilmente genuino. A ventidue anni, in un mondo iper-professionale e patinato come quello del tennis, Cobolli conserva un candore raro, che lo rende riconoscibile e amato. La Coppa che passa dalle sue mani a quelle del nonno, il racconto di una notte bolognese tra “balletti e discorsi surreali”, l’emozione di ricevere messaggi da De Rossi, Venditti, Bruno Conti: tutto contribuisce a delineare un talento che vive il successo con gratitudine, senza filtri, senza sovrastrutture. Per il momento me l’ha rubata mio nonno – ha raccontato il giovane tennista a proposito del trofeo – credo che stia facendo il figo con gli amici a Roma. Ma appena torno dalle Maldive, me la riprendo”.

Flavio Cobolli
Coppa Davis, Cobolli scherza: “Me l’ha rubata mio nonno” – Sportitalia.it (screen Youtube)

Dietro l’ingenuità calcata dal sorriso, c’è già un professionista completo. Uno che ha capito cosa significa scavare dentro di sé quando le energie finiscono, come in finale, quando ha chiesto “sale fino da sciogliere sotto la lingua” per tenere lontani i crampi. Uno che ascolta, impara, cresce, si affida alla sua squadra e riconosce i momenti decisivi. Uno che vuole entrare, stabilmente, tra i primi dieci del mondo. Se il tennis italiano guarda oltre Sinner e oltre un Musetti chiamato alla continuità, il nome scritto in grande, oggi, è quello di Flavio Cobolli. Il 2025 ha sancito il suo ingresso nell’élite. Il 2026 potrebbe esserne la consacrazione definitiva. E magari, quando tornerà dalle Maldive, con la Coppa di nuovo sul comodino, avremo la certezza che la nuova generazione azzurra ha trovato un altro faro.

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