Non sempre nelle Olimpiadi è questione di sport e prestazioni e basta: spesso, le decisioni hanno una base politica, come in questo caso.
Sport e politica non dovrebbero mai incrociarsi, eppure, in un mondo estremamente globalizzato ed interconnesso, capita che ciò accada più spesso di quanto sarebbe salutare. In particolare, quest’anno abbiamo visto una grande assente alle qualificazioni dei Mondiali 2026: si tratta della Russia, a causa della guerra di aggressione alla vicina Ucraina.

Una prova di come le grandi manifestazioni sportive abbiano sempre una componente politica in se, non si può ignorare questa realtà che, nei casi peggiori, ha portato anche ad attentati ed uccisioni. In un periodo storico così complesso e simile a quello di quei tempi, come dimenticare l’attentato alle Olimpiadi di Monaco che vide alcuni atleti israeliani presi in ostaggio da alcuni terroristi che volevano attirare l’attenzione sulla causa palestinese?
Qualcosa di molto simile è accaduto in queste ore, fortunatamente, senza risvolti così violenti o drammatici, con due nazioni che si sono opposte ad un veto alla partecipazione olimpica dovuto alla politica. La decisione della commissione delle Olimpiadi che tra l’altro si terranno nel nostro paese farà sicuramente discutere chi non è d’accordo…
Olimpiadi di Cortina: Bielorussia e Russia protestano
Tra il 6 ed il 22 febbraio, le Olimpiadi di Milano Cortina dedicate al magico mondo degli sporti invernali, illumineranno il nord Italia, creando un’occasione di divertimento, aggregazione e naturalmente guadagno mediante il turismo per il nostro paese. Sciatori ed atleti di ogni tipo da tutto il mondo sono attesi nel nostro paese. Anche quelli di Russia e Bielorussia.

Le nazioni di Russia e Bielorussia dovrebbero essere escluse anche da questa manifestazione sportiva a causa dell’invasione dell’Ucraina, pure come atleti individuali sotto bandiera neutra, come accaduto in passato. Il ricorso per discriminazione delle rispettive federazioni sportive, però, ha spinto il nostro Tribunale Arbitrale dello Sport ad accogliere questa rimostranza.
In base ai precedenti sportivi di questo tipo, il TAS ammetterà atleti russi e bielorussi – sotto bandiera neutra – a patto che: “Non fossero sotto contratto con l’esercito e non avessero attivamente sostenuto l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022″. Un segno di apertura incoraggiante che dimostra come lo sport possa unire gli individui anche quando i governi dei paesi in gara si fanno la guerra tra loro. Non è un caso isolato: anche a Parigi lo scorso anno Russia e Bielorussia hanno iscritto degli atleti sotto bandiera neutra, sempre a causa della guerra.






