Paura e terrore per il pilota spagnolo. Dopo la stagione assurda, esce la verità: era sicuro che sarebbe morto in questo modo.
La stagione in Aprilia Racing Team di Jorge Martin è stata forse la più difficile che un campione in carica abbia mai dovuto affrontare nella storia della MotoGP. Gli infortuni continui, in primis la tremenda caduta in Qatar che per ammissione dei suoi stessi genitori ha ricordato – fin troppo – quella in cui ha tragicamente trovato la fine Marco Simoncelli anni fa, hanno reso un calvario la difesa del titolo di Martinator, finita quasi subito.

Una sequela di sfortune che non si sono fermate qui: ricordiamo l’episodio tra i GP di Ungheria ed Austria in cui la moto su cui Martinator stava facendo delle prove ha iniziato a buttare fuori del preoccupante fumo bianco, bruciando il motore. Il fatto che Marco Bezzecchi abbia rimpiazzato egregiamente Martinator nelle gerarchie della squadra. Per finire in “bellezza”, Martin ha pure subito il furto di una costosa bicicletta.
Per il pilota iberico però probabilmente tutto questo è marginale, considerando che – come ha raccontato la sua fidanzata alla stampa – l’atleta ha pensato davvero che sarebbe morto, ad un certo punto di questa stagione. Il racconto straziante ci ricorda quanto possa essere fragile la vita, specie di un atleta che fa uno sport così pericoloso, ed è per stomaci forti.
Martin annichilito, pensava sarebbe morto
Il racconto di Maria Monfort, fidanzata dell’atleta che quest’anno lo ha supportato durante la durissima sequela di eventi che lo hanno colpito, è spaventoso. Tutto è iniziato a Sepang, quando lo spagnolo è caduto rompendosi una mano. Al di là del dolore c’è stata anche la consapevolezza che con un inizio simile, difendere il titolo sarebbe stato già complicatissimo dalle prime battute: “Mi ha chiamato dall’ospedale in lacrime”, ricorda la donna.

Presto, i due hanno pianto insieme: è successo alla prima visita di Maria in ospedale dopo il drammatico scivolone in Qatar: “Era distrutto, pensava che non avrebbe mai più corso. Credeva che sarebbe morto”, ricordiamo che in quell’occasione, l’atleta si ruppe quasi tutte le costole fino ad avere anche un polmone perforato e, senza soccorso medico immediato, sarebbe morto veramente.
In quell’occasione per la coppia è stata davvero dura trattenere l’emozione: “Abbiamo subito iniziato a piangere. Era come dirsi: ‘Non so cosa succederà, ma ti amo’. Abbiamo pianto a lungo. Soffriva tanto ed eravamo terrorizzati“, racconta Maria. Atleti viziati e strapagati? Non ne troviamo in MotoGP: li ci sono solo ragazzi coraggiosi come Martin che per una passione, rischiano attivamente la vita ogni volta che inforcano il loro bolide.






