Formula 1, la proposta di Alain Prost fa discutere: fan sorpresi

Formula 1, la proposta di Alain Prost fa discutere: fan sorpresi. Il quattro volte campione del mondo ha analizzato un possibile cambiamento per il futuro

Prost
Alain Prost (Foto: Getty)

Il nuovo corso di Liberty Media è iniziato sotto la guida di Stefano Domenicali dallo scorso anno. La Formula 1 a gestione americana ha in serbo grosse novità per il futuro e i cambiamenti sono al vaglio di tutte le parti in causa. Uno dei primi ritocchi effettuati in questi anni è l’aumento del numero delle gare. Nonostante la pandemia ancora in atto, quest’anno in totale ci saranno 22 appuntamenti, pur saltando completamente le trasferte asiatiche. L’obiettivo dell’ex team principal della Ferrari è salire a 23 per il prossimo anno e arrivare a 25 fra due. Un intasamento del calendario che risponde a precise logiche di mercato. Come avviene anche nel calcio, gli sponsor chiedono sempre più visibilità e di conseguenza più eventi a cui partecipare. I diritti televisivi vanno a nozze con GP da trasmettere praticamente ogni week end e spingono per aggiungerne altri.

Questa logica, però, è anche osteggiata da qualche attore protagonista del Circus, come i piloti. La quantità spesso va a discapito della qualità e continui spostamenti da una parte all’altra del mondo non sono sempre facili da digerire. L’allargamento dei confini del calendario a paesi come l’Arabia Saudita è strettamente legato ad una logica di denaro, facendo perdere quel pizzico di fascino in più legato alla tradizione.

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Formula 1, la proposta di Alain Prost fa discutere: “Ci servono più gare”

Alain Prost e Stefano Domenicali
Alain Prost e Stefano Domenicali (Foto: Getty)

A pensarla diversamente dai suoi ex colleghi è Alain Prost, attualmente responsabile del progetto Alpine. Il francese quattro volte campione del mondo ritiene che la strada intrapresa sia quella giusta e che bisognerà adattarsi.

Calendari così intasati sono spiegabili ovviamente con la ricerca di soldi, perché abbiamo perso alcuni grandi sponsor. Quando correvo io avevamo solo gli sponsor legati al tabacco e all’alcool. Tutta questa quantità di denaro è andata persa con il corso del tempo. Ovviamente ci sono i grandi costruttori, ma ci sono anche le squadre più piccole che hanno bisogno di questi fondi”, ha spiegato Alain all’interno del suo podcast ‘Prost In The Paddock’.

Abbiamo bisogno di ottenere alcune entrate commerciali, quindi aumentare il numero di gare non è affatto stupido. Poi, chiaramente, c’è sempre un limite. Dobbiamo capire, inoltre, che alcune persone nei top team sono impegnate per molto tempo e vogliono trascorrere più giorni con la famiglia. Non è insensato inserire gare, ma sono d’accordo nel dire che non devono essere troppe“, ha concluso il rivale di Senna.

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