“El Kun” Aguero si ferma: la diagnosi preoccupa i tifosi del Barcellona

Saranno necessari esami diagnostici più approfonditi per chiarire il malore accusato da Sergio Aguero nel match di sabato contro l’Alaves

Aguero
Sergio Aguero, costretto a fermarsi dopo un malore in campo (Getty Images)

Non c’è pace per il Barcellona. In una stagione pessima, condizionata da risultati molto modesti da parte dei blaugrana che hanno portato anche all’esonero del tecnico Koeman, c’è un altro motivo di preoccupazione per i tifosi.

Aguero, malore in campo

Aguero, in campo nello scialbo pareggio del Barcellona contro l’Alaves di ieri, era stato costretto a lasciare il terreno di gioco dopo un lieve malore. Lo staff medico del club catalano inizialmente aveva parlato di un “leggero malore dovuto a un affaticamento” e che ulteriori indagini mediche sarebbero state eseguite immediatamente.

Portato in ospedale Aguero si è sottoposto a una serie di accertamenti, non senza una certa preoccupazione da parte del club. Anche perché non è un mistero che il giocatore avesse avuto problemi cardiaci in famiglia. Agier stesso ha sofferto di una leggera aritmia durante l’adolescenza.

LEGGI ANCHE > Spezia, malore in allenamento: controlli in ospedale per un giocatore

Aguero
Il momento del malore di Aguero durante Barcellona-Alavaes (Getty Images)

La diagnosi: stop e accertamenti

Le immagini del malore del Kun sono state francamente molto impressionanti. Allo scadere del primo tempo, mancavano solo quattro minuti all’intervallo, Aguero si è improvvisamente fermato portandosi una mano al petto e chiedendo di essere sostituito.

Sicuramente il dramma di Eriksen, che ha rischiato la vita dopo un attacco cardiaco nel match dell’Europeo tra Danimarca e Finlandia, ha contribuito a generare maggiore consapevolezza e attenzione su episodi così drammatici.

Il Barcellona ha ufficializzato che il giocatore si ferma, per effettuare esami diagnostici più accurati e approfonditi chiarendo che “si tratta del secondo leggero malore per Aguero nel corso degli ultimi dieci giorni”.

Una prudenza dunque molto giustificata.

Impostazioni privacy