NBA Finali, titolo a Golden State: quattro negli ultimi otto anni

Golden State conquista il suo quarto titolo in otto anni battendo nelle finali NBA i Boston Celtics in trasferta e concretizzando una supremazia stagionale comunque netta 

Tanto coraggio da parte di Boston, protagonista ancora una volta di una gara difensiva ordinata e determinata. Ma di fronte alla legge dei grandi numeri c’è poco da fare.

Finali NBA
Quarto titolo in otto anni per Golden State (AP LaPresse)

E la legge dei grandi numeri dice che Golden State è la squadra più forte di questa stagione e probabilmente di quest’ultimo decennio.

NBA Finali, Golden State, quarto anello

Quarto titolo in otto stagioni sono più di una prova che determina quanto la squadra di Stephen Curry, 34 punti ed MVP delle finali NBA, meriti ogni singolo aggettivo di eccellenza in una stagione dominata fin dall’inizio della regular season. Cinque finali consecutive interrotte solo da una stagione censurabile, peggior record assoluto della Lega (due anni fa), a dimostrazione del fatto che forse in una squadra che aveva dato tutto andava sistemato un set-up radicale e in profondità.

Sam Kerr, nove campionati vinti

Una squadra che vive di grandi esperienze e di straordinaria individualità e che anche nel momento più difficile, quando Boston è andata a violare il campo di San Francisco dimostrando che nulla poteva essere dato per scontato, ha sempre saputo come ritrovare se stesso. Per Curry, Klay Thompson, Draymond Green e Andre Iguodala, è il quarto anello. I primi tre sono arrivati ​​nel 2015, 2017 e 2018, quando Golden State aveva tutto per aprire un ciclo grazie ai suoi talenti e conquisto cinque vittorie in trasferta in finale.

Ora, con qualche botta e acciacco in più, con parecchi anni di anagrafe, Golden State vince nonostante gli infortuni. Come quello che ha messo da parte Thompson per due anni oltre a modifiche al roster che hanno rivoluzionato l’impianto iniziale di una generazione fenomenale. Il tutto contro un avversario di livello e di grande autorevolezza come i Celtics.

Una squadra che può continuare a puntare su alcuni dei suoi veterani e, almeno in parte, ricostruire da giovani talenti e qualche nuovo arrivo che possa mantenere il ciclo ad alto livello.

Una squadra ricostruita

La vittoria di un progetto consolidato che ruota attorno a un allenatore straordinario nelle vittorie almeno quanto nelle sconfitte come Kerr. Per Kerr, è un nono campionato assoluto dopo averne vinti cinque come giocatore. È il sesto allenatore a conquistare quattro titoli, unendosi a Phil Jackson, Red Auerbach, John Kundla, Gregg Popovich e Pat Riley.

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Stephen Curry, MVP della serie delle finali NBA (AP LaPresse)

A Boston il merito di avere reso la finale dei Warriors qualcosa che non fosse un dato in una statistica: 34 punti di Jaylen Brown, Tatum sotto traccia, tanti errori e forse qualche peso di troppo in una stagione faticosa per una panchina corta. Ma con solo cinque sconfitte nelle 22 partite delle finali. All’inizio della stagione molti non vedevano Boston nemmeno al di là della regular season.

Sulla partita poco da dire: Boston in avvio va sul 14-2. Ma i Warriors rispondono con un 35-8 che regge fino al termine del match nonostante qualche tentativo di reazione dei Celtics con Golden State che chiude con una micidiale serie di sei tiri da tre nell’ultimo quarto. E tanti saluti a casa.

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