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Qatar 2022, l’attacco dell’allenatore è durissimo: “Non avete fatto abbastanza contro il Mondiale”

L’attacco del noto allenatore contro Qatar 2022 è davvero durissimo: “Non avete fatto abbastanza contro il Mondiale”.

Alla lunghissima fila di polemiche che stanno anticipando il Campionato del Mondo ormai alle porte si aggiunge anche quella di un notissimo allenatore: le sue parole sono un’accusa pesantissima verso tanti.

Il futuristico orologio utilizzato per il conto alla rovescia verso il Mondiale [Credit: Pixabay] – Sportialia.com
L’argomento più dominante in tutti i salotti calcistici televisi e del web resta, come inevitabile, l’ormai prossimo Mondiale in Qatar. Le polemiche, che erano iniziate già da tempo, stanno diventando sempre più copiose e al centro della critica restano due personalità su tutte: la FIFA ed il governo qatariota.

A sollevare ogni questione sono stati i tanti, troppi morti nei cantieri per la costruzione degli stadi ospitanti l’attesissima competizione. La scelta di assegnare al Qatar il Campionato del Mondo aveva suscitato tante perplessità ma la speranza che, grazie all’esposizione mediatica che questa competizione garantisce, l’emirato potesse compiere dei sostanziali passi avanti, soprattutto sul piano dei diritti umani, aveva spinto molti a dare il classico beneficio del dubbio.

Le ultime vicende attorno al Mondiale, condite dalle aberranti parole del’ambasciatore qatariota in Germania sul tema omosessualità, hanno però tolto qualsiasi dubbio aumentando a dismisura le critiche per la FIFA, accusata di badare solo ai soldi e non a temi che invece dovrebbero essere al primo posto, quali la solidarietà ed il rispetto. Su questo tema si sono espressi tante personalità di rilievo del mondo del calcio, tra queste una su tutte ha fatto davvero tanto rumore.

L’accusa dell’allenatore non fa prigionieri, le colpe sono di tutti

A far scalpore nelle ultime ore sono sta le parole dell’ambasciatore del Qatar in Germania Khalid Salman. Parlando ad un giornale tedesco del Mondiale alle porte e delle polemiche nate attorno alla politica del suo paese soprattutto sul tema comunità LGBTQIA+, il politico ha usato parole davvero incredibili definendo un danno psicologico l’omosessualità.

Su queste dichiarazioni sono intervenuti in tanti, da giocatori a dirigenti passando per tecnici e giornalisti, tutti concordi nel condannare le parole di Salman. Queste critiche però, accompagnate da richieste per i capitani delle squadre di indossare simboli a favore di chi, in Qatar, non gode delle libertà minime, hanno fatto arrabbiare un allenatore in particolare: Jurgen Klopp.

Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool [Credit: ANSA] – Sportitalia.com
Il tecnico del Liverpool, mai banale nelle sue dichiarazioni, si è scagliato con veemenza contro i giornalisti proprio sul tema Qatar 2022. Il tedesco ha così dichiarato: “Ci sarebbero state milioni di occasioni per dire qualcosa sui Mondiali in Qatar ma nessuno ha fatto nulla, voi in particolare”, una frase molto dura a cui poi si è aggiunto il suo parere sfavorevole verso chi chiede a giocatori come Kane, da lui citato in quanto capitano dell’Inghilterra, di prendere posizione tramite gesti concreti durante la Coppa del Mondo.

Proprio questo tema è stato oggetto di ulteriori polemiche in questi giorni, dando così ulteriore forza e pesantezza alle parole pronunciate da Jurgen Klopp.

Simboli pro-LGBT in Qatar: la scelta è chiara

Gianni Infantino, presidente della FIFA [Credit: ANSA] – Sportitalia.com
La prima Nazione ad aver preso posizione su qeusto tema era stata la Danimarca. La scelta dei danesi di indossare una maglia di protesta contro la mancanza di rispetto dei diritti umani in Qatar era piaciuta a tanti ma, evidentemente non a tutti.

A bloccare l’iniziativa della Nazionale nord europea è stata direttamente la FIFA, la quale, facendo riferimento al regolamento che vieta l’esposizione di messaggi politici o religiosi sulle maglie, ha posto un voto all’iniziativa andando ulteriormente a scatenare nuove polemiche. Il Mondiale si avvicina ma la sensazione che le polemiche possano solamente aumentare è ormai sempre più forte.

Alessandro Lisi

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