La crisi sembrava ormai alle spalle dopo 4 vittorie consecutive fra campionato e Champions, ma la sconfitta rimediata in casa contro la Fiorentina ha rimesso tutto in discussione per il Milan. E proprio nella partita che precede una sfida decisiva come quella contro il Tottenham di mercoledì in coppa.
Un Diavolo forse distratto: così la squadra di Italiano ha fatto bottino pieno a San Siro vincendo 2-1 sabato e costringendo Pioli a rimettere insieme i cocci.
Ai microfoni di SPORTITALIA è intervenuto l'ex portiere dei viola e del Cagliari (oggi allenatore dei portieri all'Honved, in Ungheria), Vlada Avramov, per parlarne.
Jovic è tornato al gol contro il Milan. Che ne pensi di lui?
"Un gol che ci voleva, credo che Jovic debba ancora dimostrare le sue qualità a Firenze e che lo possa fare. Perché è davvero un grande attaccante: dopo questa rete al Milan penso che sentirà ancora più fiducia per sbloccarsi".
Come giudichi il lavoro che sta facendo Italiano a Firenze?
"Secondo me Italiano è molto bravo e che sta cercando di costruire qualcosa, con la sua idea. Contro il Milan sottolineo però ciò che ha fatto la squadra soprattutto: Terracciano per esempio ha salvato il risultato, non va dimenticato".
Il Milan piomba nuovamente nei pensieri negativi. Da cosa derivano i problemi dei rossoneri?
"Penso che sabato semplicemente la squadra Pioli stesse pensando già al Tottenham, per questo non ha dato il massimo".
Che Milan vedremo mercoledì?
"Spero sinceramente che il Milan vada avanti, dopo l'ottimo risultato dell'andata".
Vlahovic è nella squadra ideale per esprimersi al meglio?
"Quella di andare alla Juventus è stata una sua decisione, non c'è altro da aggiungere: sa cosa può fare e dove può dare il meglio di sé".
E riguardo te, come sta andando la tua esperienza in Ungheria? Ti vedi di nuovo in Italia in futuro?
"Bene, sono allenatore dei portieri da 6 anni: ho già lavorato al Brescia, aspettavo la chiamata dal Cagliari, ma non è mai arrivata. Penso positivo, ci sono anche altre squadre che si sono fatte sentire. Ho l'esperienza dalla mia, come portiere, e come allenatore. Sono sicuro che prima o poi tornerò a lavorare in Italia, sì".