Criscitiello: “Caos Juve, mandate a casa la FIGC!”

Nell’editoriale consueto su Sportitalia.com, il direttore Michele Criscitiello, prende una posizione forte sul tema penalizzazione Juve. Ecco l’articolo integrale.

De Siervo giustamente passa alla cassa e dice che ora, grazie all’ondata italiana nelle semifinali europee, la serie A vale di più. Si, no, forse. Diciamo nì. Forse, per qualcuno, siamo lì per caso. E non ha torto. Però arrivarci non è semplice e i complimenti vanno fatti a Inter, Milan, Roma, Juve e Fiorentina. La Juventus, su tutte, ha saputo reagire alla maxi figuraccia in Champions. Dovesse vincere l’Europa League sarebbe andata anche meglio; senza volerlo. Le milanesi hanno lasciato per strada punti pesanti, pur di regalarsi questo sogno, la Roma ha dimostrato di crederci fino alla fine e la Fiorentina è lì perché ha dominato in lungo e in largo ma ora viene il bello. Se grazie alle coppe la serie A vale di più, per colpa di Coni e Federazione la serie A viene vista come una barzelletta mondiale. Un campionato con l’asterisco e il -15, poi il Collegio di Garanzia del Coni ti restituisce i 15 punti e adesso aspettiamo circa un mese per vedere se saranno 3, 5, 7 o 9 i punti di penalizzazione. E quando li daranno, probabilmente, faranno il calcolo con la classifica del momento per capire che danno arrecare. Una pagliacciata nei tempi e nei modi. La Federazione, dopo gli schiaffi mondiali, rimedia un altro colpo pesante per credibilità e onorabilità. La partita andava chiusa subito. Federazione e Coni devono parlarsi, invece, si fanno i dispetti. Ne esce male tutto il calcio italiano e, adesso, aspettiamo la prossima sentenza per farci due risate. L’unica soddisfazione è che, ormai, conoscendo i nostri polli da due mesi vi avevamo anticipato il finale del film. Se non ricordate andate su google e sfruttate il motore di ricerca. La verità è che queste sono sentenze politiche e non giuridiche. Possiamo avere noi fiducia nella giustizia sportiva? No. E come se non bastasse la squalifica di Lukaku è l’ennesima sceneggiatura scritta da un regista che non sa più che pesci prendere. Gravina, con la grazia a Lukaku, ha dimostrato a Ceferin che se può andare contro la Juventus lo fa ben volentieri ma soprattutto ha dimostrato che quando vuole prendere una decisione è in grado di farlo. Ed è anche veloce. Però le decisioni vanno prese per il bene del calcio e non solo per dimostrare qualcosa a qualcuno. Detto questo Lukaku non andava proprio ammonito, non andava squalificato e non andava graziato. Tutto il percorso è stato sbagliato. Dal campo al giudice sportivo, fino alla Federazione. Siamo in Italia. Mourinho ha ragione. Ma di cosa ci meravigliamo, nel calcio, se nella giustizia ordinaria dopo 17 anni ci dicono che Rosa e Olindo sono innocenti e se li sono dimenticati in carcere per quasi 20 anni per non ammettere che nessuno ci aveva capito nulla?

In tutto questo, la scorsa settimana, abbiamo sancito la fine momentanea della carriera sportiva di Andrea Agnelli e Fabio Paratici. Sicuramente l’hanno fatta grossa e se gestisci così la Juventus è giusto che paghi. Agnelli doveva dire addio molti anni prima. Si è incartato e ha perso tutte le partite. Da quella tecnica a quella finanziaria fino alla battaglia politica contro la Uefa. Questi errori li commetti solo quando sei nel delirio di onnipotenza. Sul lato tecnico lo stesso errore l’ha commesso Paratici. In Paradiso è difficile arrivarci ma non è impossibile. Il problema è saperci restare. Paratici ha ricoperto ruoli più grandi di lui. Il braccio destro di Marotta era l’unico vero ruolo che gli competeva. E’ come prendere Massara oggi e metterlo al capo della Juventus. Sarebbe troppo e fuori ruolo. Massara e Giuntoli hanno incontrato la Juve ma il direttore del Milan vuole restare al fianco di Maldini. Agnelli, adesso, è pronto ad una nuova vita. Si sposerà a Torino, poi andrà a vivere in Olanda e probabilmente tutto questo gli farà bene. Dovrà stare lontano dal calcio e aspettare tempi migliori. Si ricorderanno solo le sue ultime pagine in bianco e nero ma è giusto ricordare anche come ha preso la società e dove l’ha riportata. Il calcio, però, cancella tutto molto in fretta e definitivamente.

Intanto il Napoli si avvicina a larghi passi a conquistare aritmeticamente lo scudetto, e lo fa tornando all’immediato successo dopo la delusione europea dell’eliminazione con il Milan, una vittoria in campionato contro l’avversario più sentito, ovvero la Juventus: strapazzata all’andata e battuta anche nel match di ritorno in trasferta. Festa grande per i tifosi per una stagione indimenticabile. Gli azzurri hanno fatto un’impresa che resterà nella storia. Il primo Napoli a vincere uno scudetto, se consideriamo che gli altri due li ha vinti Maradona. Questo è lo scudetto del Presidente, dell’allenatore, dei ragazzi e della gente. Il Napoli ha dimostrato che se si vuole raggiungere un obiettivo ci si può riuscire anche senza grandi nomi. E non è un caso che vinci con tanti sconosciuti, fino a luglio scorso, e dopo aver mandato a casa gli idoli assoluti degli anni precedenti. Il Napoli, però, dovrà dimostrare di essere da ciclo. Quest’anno ha fatto i buchi a terra ma dovrà riuscire a fare il passo successivo per poter aprire un ciclo che duri nel tempo. Per aprire le ere servono basi forti e questo Napoli dovrà resistere alla legittima tentazione di vendere qualche gioiello che ha contribuito alla realizzazione di un obiettivo da sogno. Vedremo. Sarà interessante anche capire quali saranno le scelte di Giuntoli: il grande architetto del sogno tricolore è corteggiato da quella Juventus che la sua creatura ha battuto sia all’andata che al ritorno. Molto dipenderà anche dalle motivazioni fornite dalla proprietà, e se De Laurentiis manterrà alti gli stimoli e l’asticella per il Direttore e per Spalletti. Non è mai scontato continuare dopo aver fatto la storia. Intanto prepariamo la festa e soprattutto godiamoci lo spettacolo di Napoli. Questo scudetto azzurro serve anche al sistema italiano.

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