Milan, la Champions League è stata una delusione

Quella del Milan a Newcastle è la vittoria della delusione. I tre punti dei rossoneri, conquistati ieri al St James’ Park, sono il bottino che ripara in minima parte la delusione. La formazione rossonera ha fallito la qualificazione agli ottavi. Vero, il girone era molto duro, ma ampiamente alla portata della squadra di Stefano Pioli. Ieri, l’ultima conferma: vincere in Inghilterra, sul campo dei Magpies, dove il PSG è crollato 4-1, in rimonta è un’impresa per pochi e il Milan vi è riuscito. Ma non è bastato, il Diavolo giocherà il resto della stagione europea in Europa League

IL RIMPIANTO DEL DIAVOLO

Lo ha detto dopo la gara Stefano Pioli, la vittoria di ieri a Newcastle lascia rammarico. Rimpianti che sono principalmente dovuti al deludente 0-0 dell’andata, a San Siro, contro i bianconeri. Il Milan, seppur debilitato dalle assenze e con un Leão di rientro da un mese di stop, è riuscito a ribaltare la gara dopo aver preso il gol di Joelinton. La qualità dei rossoneri non è però in discussione, il Milan però deve riflettere su sé stesso.

La squadra di Pioli, infatti, esprime il suo potenziale solo sporadicamente. Anzi, nella maggioranza della occasioni nell’ultimo periodo, il Diavolo fatica anche nelle vittorie. Colpa di una squadra sopravvalutata? Oppure le colpe sono da ricercare altrove? Magari in Stefano Pioli e il suo staff? La risposta certa, sicura e univoca non ci sarà mai. Quel che è certo è che il Milan di Pioli si è fermato a Reggio Emilia. Oggi i rossoneri sono una squadra discontinua, piena di difetti e talvolta anche nervosa. L’incapacità di produrre due prestazioni consecutive di livello sta diventando un problema. Per molti la colpa è soprattutto del tecnico che non trova le soluzioni tattiche e psicologiche per dare una solidità diversa alla sua formazione. In questo momento però le discussioni su Pioli sembrano azzerate. La vittoria con il Newcastle e la “retrocessione “ in Europa League potrebbe aver salutato l’allenatore originario di Parma.

MILAN, L’EUROPA LEAGUE DEVE ESSERE UN OBIETTIVO

I rossoneri dunque danno appuntamento all’Europa direttamente all’inverno. Il Milan, essendo una delle 8 “retrocesse” dalla Champions League, dovrà affrontare il “turno preliminare”, equivalente ad un sedicesimo di finale. L’avversaria sarà una delle 8 squadre che questa sera si qualificheranno da seconde nei gironi di Europa League. Una volta superato quel turno, la formazione milanese sarà agli ottavi, dove la attenderà una delle prime classificate dei gironi. Ma il Milan, nel lotto delle partecipanti non si deve sentire inferiore a quasi nessuno.

I PERICOLI PER IL MILAN

Tra le squadre qualificate poche formazioni sembrano davvero essere superiori al Milan. Tra queste, la più accreditata è certamente il Liverpool. La squadra di Jurgen Klopp quasi stona con la competizione, ma lo scorso anno ha fallito la qualificazione alla Champions e certamente punterà a vincere la competizione. Tanto più che nel 2016, agli albori dell’avventura di Klopp a Liverpool, i Reds persero la finale contro il Siviglia. Il Liverpool non è solamente sulla carta superiore al Milan, ma è anche uno storico rivale degli inglesi.

L’altro grande pericolo potrebbe essere il Bayer Leverkusen di Xabi Alonso. La squadra tedesca finora è stata praticamente perfetta in stagione. In Europa League ha vinto 5 gare su 5, e non ha ancora perso in stagione. Le Aspirina sembrano imbattibili, ma attenzione da qua a marzo il mondo potrebbe essere capovolto.
Ci sono poi gli avversari noti come l’Atalanta o la Roma, che comunque i rossoneri non potranno sfidare prima di un certo punto della manifestazione.  Le altre due italiane sono due outsider pericolose che nella sfida secca possono mettere in grande difficoltà il Milan, vedi la vittoria dell’ultima giornata Dea. E dunque Milan che dovrà fare attenzione ancora una voltai derby italiani in Europa dopo quelli affrontati con Napoli e Inter nella passata stagione.
Insomma, è vero che ora il Milan punta dichiaratamente alla vittoria, ma gli ostacoli non sono pochi perché il lotto delle partecipanti è ben più lungo di questo. E ognuna delle partecipanti punta alla vittoria finale del trofeo.

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