Marcus Thuram, allenatore Inter
È tutto, già, solo un ricordo. Dalle titubanze alle incertezze, quelle incognite che puntualmente il mercato estivo porta con sé. È bastato poco, pochissimo tempo per far si che tutto ciò scomparisse, lasciando lo spazio al titolo di bomber accanto al nome di Marcus Thuram.
Una scommessa rivelatasi immediatamente vincente. Ancora una volta un’ottima intuizione del duo Marotta-Ausilio che a costo zero hanno prelevato il francese dal Borussia Mönchengladbach. Puntare tutto sul figlio d’arte per digerire velocemente il boccone amaro Romelu Lukaku.
La fine di un’era: per quanto ottenuto insieme al belga e per le modalità in cui questa “separazione” è avvenuta. Come fosse stata la fine di una relazione la Milano nerazzurra è rimasta apparentemente scottata dall’addio di Big Rom. Motivo per il quale la diffidenza è stata la prima arma mostrata al francese una volta arrivato nella città della Madonnina. Una sorta di scudo protettivo per evitare di scottarsi ancora. Eppure, si può ben parlare di amore a prima vista. Il figlio di Lilian, forse, aveva Milano nel suo destino. La scelta di far il salto verso la sponda nerazzurra è arrivata dopo le avance del Diavolo. E un punto a suo favore è stato immediatamente messo in cassaforte.
Poi il campo. Thuram immediatamente decisivo. 19 presenze fino ad adesso con la maglia nerazzurra cucita addosso, abbellite da 6 reti e ben 10 assist forniti. Un posto vacante immediatamente colmato, quello accanto al capitano Lautaro Martinez. La Lu-La del triennio (a intermittenza) precedente cambia i protagonisti. La Thu-La, adesso, diventa ancora più bella e amata dalla tifoseria della Benamata.
Versatile in fase offensiva, propositivo e sempre pronto ad insaccare in rete, Tikus è diventato in pochi mesi il perfetto compagno di reparto per Lauti che ben approfitta delle fiammate in avanti del francese per gonfiare la rete ad ogni occasione possibile.
Presente e futuro per un’Inter che non rimpiange il passato ma è pronta a inserire le coordinate per la prossima meta: la seconda stella.
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