“Un privilegio…”: Calcio in lacrime, splendido omaggio per Marco Pantani

Il ricordo di Marco Pantani è vivo in tutti gli appassionati di ciclismo, a rendergli omaggio non è solo il suo sport ma anche il calcio.

Lo sport è spesso considerato una metafora della vita, che invita a gioire per le vittorie, ma allo stesso tempo a non arrendersi quando possono verificarsi momenti bui, che possono essere rappresentati da sconfitte e infortuni. È proprio per questo che diventa più che naturale affezionarsi ad alcuni dei loro protagonisti, non solo quelli che fanno parte della squadra per cui si fa il tifo.

Marco Pantani omaggio calcio
Marco Pantani è ancora amatissimo da tutti gli appassionati di sport – Foto | ANSA – Sportitalia.it

A volte, infatti, l’amore per un campione va al di là della maglia che indossa e delle azioni per cui si rende protagonista, caratteristica che non può che renderlo ancora più grande. Emblematico è il caso di Marco Pantani, che è considerato ancora oggi il ciclista italiano più grande.

Un omaggio inaspettato per Marco Pantani

Pensare che siano passati ormai vent’anni dalla scomparsa di Marco Pantani sembra essere quasi impossibile, soprattutto perché il suo ricordo è ancora vivissimo in tutti gli appassionati di ciclismo. Molti dei givani che si avvicinano a questo sport non hanno con ogni probabilità avuto modo di viverne in prima persona le gesta, ma certamente non possono che riconoscere la sua grandezza, che era evidente in uno dei gesti che lo caratterizzavano, il momento in cui si alzava dal sellino per tentare la fuga in una salita. E raramente finiva per sbagliare.

Trovare un modo per rendergli omaggio nonostante il tempo che passa non può che esserlo importante. A fare qualcosa di tangibile per onorare la sua memoria è anche il mondo del calcio, che era una delle sue passioni più grandi. Lui era infatti un grande tifoso del Milan, che non ha mancato di ricordarlo attraverso i suoi profili social in occasione dell’anniversario.

Marco Pantani omaggio calcio
Marco Pantani sapeva esaltare tutti quando tentava la fuga in salita – Foto | ANSA – Sportitalia.it

Non ci si vuole fermare qui, però, come dimostra il gesto pensato dal Cesena, la squadra della città dove lui è cresciuto e che seguiva con grande affetto. Il club ha deciso di inserire una patch speciale sulla manica della maglia in occasione della gara contro l’Arezzo. Chi desidera averne un ricordo visto il grande significato di questa casacca avrà la possibilità di farlo: le divise sono infatti state realizzate in edizione limitata, ma saranno disponibili in un’asta esclusiva grazie a MatchWornShirt, un’innovativa piattaforma digitale famosa in tutto il mondo che offre alle persone l’opportunità di comprare cimeli sportivi storici.

Una scelta che non può che generare un moto di commozione, ben sapendo come a distanza di tempo il valore dell’indumento sia destinato a crescere.

Un mistero ancora da scoprire

Non avere più Marco Pantani tra noi non può che fare male, ma il dispiacere è ancora più forte se pensiamo al modo in cui lui è scomparso. Sulla sua morte, infatti, ci sono ancora tantissimi dubbi, che non sono stati del tutto risolti, nonostante mamma Tonina abbia sottolineato più volte il suo desiderio di avere giustizia, come è giusto che sia.

Il ciclista era stato ritrovato senza vita in una camera del residence “Le Rose” di Rimini, dove si era rifugiato pochi giorni prima. Lo sportivo sarebbe morto tra le 11.30 e le 12.30 a causa di un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un’overdose di cocaina e, secondo una perizia effettuata in seguito, anche di psicofarmaci.

Molti ritengono però che l’inizio della sua fine sia da ricondurre a diverso tempo prima, al 5 giugno 1999, data che lui non ha mai dimenticato così come i suoi tifosi. Quel giorno, infatti, lui era stato sospeso clamorosamente dal Giro d’Italia in un’edizione che lui aveva praticamente vinto a causa dell’ematocrito troppo alto. Lui si è sempre difeso, sottolineando di essersi comportato correttamente, ma quello era bastato, al punto tale da farlo piombare nella depressione.

La famiglia del campione non si è mai arresa e ha sempre sostenuto che in quell’albergo fosse entrato qualcuno, non escludendo l’ipotesi dell’omicidio. Riuscire a dimostrarlo appare però ancora oggi difficile.

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