Dieci giorni per… dieci milioni. Mezza Milano si dispera. De Rossi: è già tiro al bersaglio

Dieci giorni per un ingaggio quasi da 10. Antonio Conte e il Napoli sono vicinissimi, molto più vicini rispetto alle tempistiche indicate da De Laurentiis. L’impressione è che tifo ed equità di ragionamento si siano fuse in un solo nome, prima scelta da sempre. E non poteva che essere così. Per ricostruire un Napoli devastato e contestato solo un anno dopo la sbornia scudetto, Conte era l’unica strada percorribile. Nessuno più di lui sa come ridare vita a una squadra, ma più in generale a un progetto. Non che le lusinghe di De La agli altri allenatori non siano state sincere, tutt’altro, ma nella testa del presidente azzurro l’obiettivo è sempre stato chiaro. Il migliore possibile per risollevare una squadra che da campione d’Italia ha chiuso al decimo posto e per riportare ordine e disciplina in uno spogliatoio che si è nascosto dietro gli alibi dei cambi di allenatore. Molti andranno via, tra questi anche il capitano Di Lorenzo, in rottura totale e confermata con il club. Molti arriveranno. Manna è già al lavoro per una rivoluzione incline al modulo di riferimento di Conte. Si cambia. Cambierà tutto o quasi. De Laurentiis nel frattempo è volato a Ibiza. Chissà magari lo annuncerà sull’isola il nuovo condottiero azzurro. Se Napoli respira e gioisce per Conte, Milano (sponda rossonera) si dispera per l’arrivo di Fonseca. Capisco le perplessità perché magari si aspettavano un nome da urlo, leggi Conte, ma far passare il portoghese come un bidone è ingeneroso e soprattutto poco veritiero. Anche su Pioli appena arrivato al Milan c’erano tanti dubbi perché non aveva vinto niente, ma gli è stato dato tempo. E invece su Fonseca sono tutti prevenuti a prescindere. Probabilmente in pochi hanno visto giocare Shakhtar e Roma ai tempi e in pochi quest’anno hanno visto giocare il Lille. A proposito di allenatori. In questo finale di stagione ho notato uno strano tiro al bersaglio nei confronti di De Rossi. “Tanto rumore per nulla” ha detto qualcuno, “E’ stato pompato ma alla fine non è andato nemmeno in champions”, ha sussurrato qualcun altro. Come se lo aspettassero al varco. Come se i tanti complimenti ricevuti per la sua grande comunicazione fossero andati di traverso a qualcuno. DDR deve essere bravo a farsi scivolare tutto addosso per ripartire bene in un futuro già ricco di aspettative. Il calcio, come la vita, è così, se piaci a tutti o quasi, dai fastidio.

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