Roma, arrivano i nostri. Dai Friedkin a Dybala, i 4 passaggi chiave della prima conferenza di Ranieri

Fa un certo effetto vedere Claudio Ranieri condurre l’allenamento odierno della Roma: soltanto qualche mese fa il mondo del calcio ha salutato commosso il suo addio a questo sport cui ha dato così tanto, ma quando i giallorossi chiamano, Sir Claudio ha sempre detto di non saper dire di no.

La prima conferenza stampa del Ranieri III è una sorta di atto d’amore e d’intenti, che il tecnico ha voluto fare con il cuore in mano. Tre passaggi in particolare hanno colpito delle sue – come sempre – schiette parole.

1) “Se Friedkin dicesse certe cose ai tifosi, lo amerebbero”

Ad inizio conferenza le parole sull’incontro con Dan Friedkin: “Tutti stiamo lavorando per portare la Roma dove merita, dove i nostri tifosi sognano. Io l’ho detto a Friedkin: “Lei ha speso un sacco di soldi…”. E lui mi ha spiegato la sua. Allora io gli ho detto: ‘Perché non lo dice? Se lei dicesse queste cose, la città la amerebbe’. Lui ha risposto: ‘Tempo al tempo’. Certo, ora è scioccato: immaginatevi mettere una barca di quattrini e non avere i risultati.

2) Messaggio ai tifosi: “Stateci vicino”

Un messaggio per i tifosi della Roma, che ne hanno viste di tutti i colori in questo avvio, sfogando la loro frustrazione anche con la contestazione ed i fischi: “Mi sento di dire ai nostri tifosi stateci vicino. Giocare a casa propria con i fischi fa male. Io credo nella fortuna se te la vai a prendere, a sudare. Se tu insisti alla fine la fortuna deve girare. Io voglio un pubblico coeso”.

3) Caso Dybala? “Ho detto a Friedkin che faccio come mi pare, senza guardare le clausole”

Pochi giri di parole sul caso Dybala: “Allora, è la prima cosa di cui ho discusso. Gli dico: ‘Presidente, io faccio come mi pare, è chiaro questo?’ Non voglio sapere se ha clausole o non ha clausole. C’è stata una volta in cui un presidente mi ha detto: ‘Se gioca questo giocatore, lei va a casa’. E io gli risposi: ‘Se lei me lo toglie dalla rosa, lei è il presidente, dichiara che questo giocatore non deve più giocare e io non posso dire niente. Lei è il presidente, lei è il capo, ma se questo giocatore resta nella rosa, io scelgo chi voglio’. Così lui rispose: ‘Se tu lo fai giocare, io ti mando a casa’. Voi che pensate? Ha giocato o non ha giocato? Ha giocato. E me ne sono andato a casa. Ma io allo specchio mi guardo. Al Presidente Friedkin ho raccontato questo fatto. Ragazzi, voi mi vedete sempre col sorriso, ma io mi incazzo, sapete quando mi incazzo parlo romano, mando per aria ai tavoli. Cioè, un conto è quello che vedete, un conto è ciò che dico ai miei Presidente, sono abituato a parlargli in faccia. Poi dopo sono tutte rose e fiori, perché poi dopo devo venire davanti a lui”.

4) Il futuro con De Rossi e Totti

Su De Rossi Ranieri ha detto: “Onestamente adesso mi è stata la direzione della panchina. Ora penso a questo. Non mi sento di illudere nessuno. Faccio questo lavoro e poi vediamo”. Poi su Totti: “Ora bisogna pensare a portare la Roma in alto. Poi vedremo se Francesco ci potrà dare una mano. Questo non significa Totti torna alla Roma. Siate chiari”.

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