Serie A, le “vittime” della sosta nazionali

C’è chi si oppone, c’è chi cerca il dialogo con le federazioni, c’è chi semplicemente si riduce a incrociare le mani mettendosi a pregare. Il tutto per prevenire o provare a scongiurare eventuali stop in Nazionale che poi si riversano inevitabilmente sui club. Un incrocio di dita collettivo, insomma, che spesso però serve a poco. Questa sosta ha agilmente dribblato preghiere e amuleti, perché l’elenco di giocatori acciaccati al rientro in Italia è già vertiginoso. Da chi avrà bisogno solo di qualche giorno per rimettersi in sesto a chi ha salutato in anticipo la stagione 24/25.

La gamma di gravità degli infortuni è completamente rappresentata. Il primo della maxi lista è stato Cabal, out per il resto della stagione, l’ultimo Dusan Vlahovic, uscito toccandosi il flessore all’88’ di Serbia-Danimarca: l’istantanea perfetta di ciò che prima della sosta si cerca di scongiurare con ogni mezzo, ma se non altro gli esami hanno escluso lesioni.

Quasi in contemporanea è stato sostituito Scott McTominay, durante Polonia-Scozia. I problemi alla caviglia, però, in questo caso, non preoccupano in vista della sfida di domenica con la Roma che incombe all’orizzonte. Roma che dovrà fare a meno solamente di Shomurodov e Baldanzi, anche loro out durante la sosta. Baroni rischia intanto di non avere a disposizione Nuno Tavares per la gara col Bologna a causa di un apparente problema al ginocchio che andrà verificato, mentre Fonseca spera di recuperare completamente Theo Hernandez, che ha saltato la sfida contro l’Italia a causa di una botta al ginocchio accusata durante lo 0-0 con Israele. Forse il meno a rischio del clan degli acciaccati.

Simile, o quasi, alla situazione Calhanoglu, che dalla Turchia ha assicurato la lieve entità dell’infortunio. Intanto però l’Inter attende di averlo ad Appiano per programmare il recupero e valutare di conseguenza se forzare il rientro già con il Verona.

Gioele Anelli

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