Ci sono atleti che, pur senza cercarlo, diventano simboli. Alex Zanardi è uno di questi. La sua carriera, prima nel mondo delle corse e poi nello sport paralimpico, ha travalicato i confini delle piste e delle cronache sportive.
A colpire è come sempre la sua forza interiore, la determinazione con cui ha affrontato ogni curva della vita, comprese quelle più dolorose. Il drammatico incidente del 2001 sulla pista del Lausitzring, in Germania, gli strappò entrambe le gambe. Ma non la voglia di vivere e di lottare. In meno di due anni tornò a guidare, poi a correre, poi ancora a vincere. Lo ha fatto nei circuiti, a bordo di auto adattate, e nelle strade del mondo, spingendo la sua handbike verso medaglie olimpiche e traguardi personali che hanno lasciato senza parole.

L’incidente in handbike del 2020, che lo ha riportato in condizioni gravissime, è stato un ulteriore colpo durissimo. Ma anche in questo caso, il suo spirito ha continuato a brillare. Non è un caso se, oggi, Alex Zanardi è ancora un riferimento per atleti di ogni disciplina. La sua storia parla di resilienza, di visione, di un amore sconfinato per la competizione e persino di follia. E in questo percorso di ispirazione, torna alla memoria un anno preciso: il 1996.
“The Pass”: quando Zanardi si prese Laguna Seca
Nel mondo del motorsport, ci sono sorpassi che valgono una gara, altri che valgono una carriera. E poi c’è quello che Alex Zanardi realizzò l’8 settembre 1996 a Laguna Seca, all’ultimo giro della corsa, su Bryan Herta. Un episodio che ha scritto una pagina indelebile della storia delle corse americane e che è tornato recentemente sotto i riflettori grazie a un video diffuso su X, capace di riportare brividi anche a distanza di quasi trent’anni. Si correva l’ultima gara del campionato CART. Herta era in testa, vicino alla sua prima vittoria. Zanardi, dopo un errore che lo aveva fatto scivolare indietro, aveva rimontato fino a portarsi a meno di un secondo dall’americano all’inizio dell’ultimo giro. Poi arrivò il Cavatappi – quella curva cieca in discesa, tra le più iconiche al mondo – e lì, Zanardi tirò fuori dal cilindro la magia: un attacco da lontanissimo, con le quattro ruote fuori pista, un rischio immenso e un controllo da funambolo.

In quel momento ero solo un passeggero, l’auto andava in tutte le direzioni – avrebbe poi raccontato ridendo. Eppure, riuscì a raddrizzarla, a sorpassare e a vincere. Quel sorpasso venne chiamato “The Pass”, l’unico, l’irripetibile. Oggi, in epoca di track limits rigorosi, sarebbe stato sanzionato, ma nel ’96 fu semplicemente estasi. Quel gesto, folle e geniale, è tornato virale proprio perché racconta qualcosa che va oltre il regolamento: il coraggio, la creatività, la voglia di provarci anche quando sembra impossibile. Ed è forse per questo che, quando si parla dei momenti più iconici della storia delle corse, Zanardi al Corkscrew continua ad essere un riferimento.
Maybe the best IMSA pass (though I doubt it), but certainly not the best pass. Alex Zanardi’s pass of Bryan Herta , also at the Corkscrew in ‘96, during the last lap of the season was unbelievable.https://t.co/fuvpTFsmxi
— Kristian Prather (@KPratherReturns) April 29, 2025