C’è un lutto che pesa più di altri nel mondo dello sport, non tanto per il clamore mediatico, quanto per il silenzio che lo accompagna.
Un addio che riguarda chi, nel corso della propria carriera, ha visto tutto: la gloria, la tragedia, la rinascita. È accaduto il 4 maggio, nel cuore della Costa Azzurra, lontano dai circuiti e dai riflettori, ma con una storia che merita di essere raccontata. La storia di un uomo che ha vissuto la velocità come vocazione e come destino, che ha corso con onestà e determinazione, diventando protagonista di pagine indelebili della Formula 1.

C’è stato un tempo in cui quel nome figurava accanto a quelli di campioni assoluti, un compagno di squadra dei più grandi, testimone diretto delle stagioni più controverse e appassionanti del motorsport. Ha conquistato un Gran Premio nel momento in cui le corse erano ancora romanticamente pericolose, e ha sfiorato più volte il successo in una delle prove più dure al mondo, la 24 Ore di Le Mans. Ma nella memoria collettiva è rimasto anche per qualcosa che avrebbe voluto dimenticare: un incidente devastante che segnò per sempre la sua carriera e la sua vita. Oggi il motorsport mondiale si ferma. A piangerlo non sono solo i nostalgici: è l’intero paddock a sentirsi più vuoto.
Tragedia nel motorsport, addio a Jochen Mass
È morto il 4 maggio, Jochen Mass, uno dei piloti più autentici e sottovalutati della Formula 1 anni Settanta. Tedesco, classe 1946, Mass si è spento all’età di 78 anni nella sua casa nel sud della Francia, dopo un infarto subito nel febbraio 2025. Aveva corso in F1 dal 1973 al 1982, disputando 105 Gran Premi con i team Surtees, McLaren, ATS, Arrows e March, conquistando una vittoria nel 1975 con la McLaren al Montjuïc e altri sette podi complessivi. Fu compagno di squadra di James Hunt e protagonista di anni epici, segnati dal coraggio e dalla rivalità. Ma la sua carriera è legata indissolubilmente a una tragedia: l’incidente che costò la vita a Gilles Villeneuve durante le qualifiche del GP del Belgio del 1982 a Zolder. Fu proprio la sua vettura ad essere toccata dalla Ferrari del canadese, che volò via perdendo la vita sul colpo. Un episodio che devastò Mass a livello umano, tanto da portarlo ad abbandonare la F1 a fine stagione.

Nel 1989 riuscì comunque a coronare un altro sogno: la vittoria alla 24 Ore di Le Mans, insieme alla Sauber-Mercedes. Dopo il ritiro, si era trasferito tra Nizza e Montecarlo, restando legato al mondo delle corse come presenza rispettata in eventi storici. Con la sua scomparsa se ne va una generazione di piloti che ha dato tutto, anche quando tutto sembrava perduto. E a differenza di tanti, Jochen Mass non ha mai cercato luci artificiali. Gli bastava il suono di un motore acceso.