Scontri, disordini, tafferugli: purtroppo, sono parole che da tempo accompagnano il mondo dello sport. Che si tratti di calcio o di altri sport, poco conta.
In troppe occasioni, le cronache raccontano episodi di violenza, spesso legati a rivalità accese tra tifoserie o a situazioni di degrado che trovano sfogo nei momenti più tesi del dopo partita. Ma se di solito sono i supporters ad alimentare la tensione fuori dagli stadi o dalle arene, stavolta il caos ha un volto inedito. E preoccupa molto di più. Perché i protagonisti della notte di follia non sono stati i soliti ultras, ma gli stessi atleti. Giocatori professionisti, impegnati in un campionato di primo livello, che anziché fare notizia per le loro prestazioni in campo si sono ritrovati coinvolti in una violenta rissa in pieno centro città.

Un episodio che scuote l’intero movimento sportivo e lascia sgomenti dirigenti, tifosi e istituzioni. Non solo per la gravità dei fatti, ma perché mette in discussione l’immagine di professionalità e correttezza che un atleta dovrebbe incarnare. Il club coinvolto si trova ora a dover gestire una situazione delicata, con l’eco mediatica che cresce e le prime reazioni ufficiali che cercano di tenere una linea di fermezza senza cadere nel giustizialismo. E mentre si attendono le indagini delle autorità, resta l’imbarazzo per un comportamento che potrebbe avere serie ripercussioni anche in ambito sportivo.
Choc a Belgrado, rissa dei giocatori del Partizan
È successo tutto tra domenica e lunedì, nel cuore della notte belgradese, poche ore dopo la vittoria del Partizan Belgrado nel derby di ABA League contro il Mega. Secondo quanto riportato dai media locali, quattro giocatori della squadra – Karlik Jones, Sterling Brown, Isaac Bonga e Frank Ntilikina – sarebbero stati coinvolti in una violenta rissa esplosa all’esterno di una discoteca. La ricostruzione parla di insulti razzisti rivolti a un gruppo di ragazze presenti nel locale insieme ai giocatori. La situazione sarebbe degenerata all’uscita dal club, dove un gruppo di giovani avrebbe atteso i cestisti all’esterno, facendo scattare l’aggressione. Un testimone ha raccontato a Sportal: “Hanno insultato le ragazze solo perché erano in compagnia di ragazzi dalla pelle scura. Poi hanno aspettato i giocatori fuori, dove è scoppiata la rissa”.

Un video sui social mostra Karlik Jones colpire un ragazzo alla testa con una bottiglia, causandogli una ferita. Alla scena sarebbe seguita un’ulteriore aggressione con il frammento della bottiglia stessa. La polizia è intervenuta intorno alle 5:30 del mattino, trovando tre ragazzi feriti: traumi cranici e una frattura a un dito. Il Partizan, in una nota ufficiale, ha confermato il coinvolgimento di tre atleti, denunciando però un’aggressione premeditata con insulti razzisti: “I giocatori sono stati attaccati dopo aver lasciato il locale. Reagiranno come ogni cittadino avrebbe fatto. Ora collaboreranno con le autorità competenti”. Un episodio che scuote non solo la Serbia, ma l’intero mondo del basket europeo.