È nato a Chicago, ma ha maturato gran parte del suo ministero tra l’America Latina e la Curia romana. Si chiama Robert Francis Prevost, e da pochi giorni è stato eletto Papa Leone XIV, primo pontefice statunitense della storia della Chiesa.
Una figura che unisce competenze pastorali, solidità dottrinale e uno spiccato carisma internazionale, maturato attraverso anni di servizio come missionario in Perù, priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino e, più recentemente, prefetto del Dicastero per i Vescovi. La sua elezione è avvenuta in un momento di grandi trasformazioni per il cattolicesimo globale. Il suo profilo richiama molti dei tratti di Papa Francesco, a partire dall’insistenza sul concetto di sinodalità e dialogo.

Non a caso, Leone XIV ha già dichiarato di voler continuare lungo la strada tracciata dal suo predecessore: una Chiesa vicina, ascoltante, incarnata nella realtà. Ma come Bergoglio, anche Prevost porta con sé una dimensione umana molto marcata. Uomo di cultura, studioso di teologia, ha però sempre mostrato anche un lato quotidiano, semplice, vicino alle persone. E tra gli elementi che lo accomunano al Papa argentino c’è senza dubbio l’amore per lo sport: se Francesco era noto per il suo tifo per il San Lorenzo, Leone XIV ha una passione dichiarata per una disciplina diversa, ma altrettanto universale: il tennis.
Leone XIV e il tennis: “Un dilettante di tutto rispetto”
Lo ha raccontato lui stesso in una passata intervista a augustinianorder.org: “Mi considero un tennista dilettante di tutto rispetto”. Una dichiarazione schietta, che fa emergere il lato più autentico di un uomo abituato a tenere in equilibrio responsabilità spirituali e passioni personali. Giocava quando gli impegni lo permettevano, soprattutto durante i lunghi anni trascorsi in Perù. E da quando è tornato in Vaticano, confessa, le occasioni per allenarsi sono diminuite: “Non vedo l’ora di tornare in campo”. Chi lo ha visto giocare racconta di un rovescio solido e di uno spirito da lottatore. Non cerca la perfezione tecnica, ma incarna lo stile di chi ama davvero lo sport: concentrazione, fatica, ma anche divertimento.

E proprio nel giorno della sua elezione, Roma ha celebrato il nuovo Papa anche attraverso il tennis. Durante la partita degli Internazionali d’Italia tra Fognini e Fearnley, il Centrale si è fermato per rendere omaggio a Leone XIV. Un messaggio è stato letto pubblicamente: “La pace e la fratellanza tra i popoli rappresentano da sempre i valori fondanti e universali dello sport…”. Sui maxi-schermi è apparsa la sua immagine, accolta con rispetto e curiosità dal pubblico. In serata, un simbolico “derby americano” ha animato la Supertennis Arena, con Learner Tien e Reilly Opelka in campo. Un gesto che suggella il legame tra fede e sport, tra spiritualità e passione.