Estasi, gioia pura. Il Bologna ha toccato il cielo in una notte storica, che ha riportato in città un trofeo che mancava da 51 anni. L’Olimpico è stato teatro di una partita perfetta – l’ennesima – in una Coppa Italia perfetta disputata dagli uomini di Vincenzo Italiano. 11 gol fatti, appena 1 subito, 5 vittorie su 5, l’ultima la più importante di tutte, contro un Milan pressoché mai pericoloso se non su quel maldestro rimpallo tra Beukema e Skorupski che stava per favorire Jovic a inizio gara.

Milan-Bologna: decisivo Ndoye nel secondo tempo
Per il resto, Bologna in costante controllo, attento, a tratto dominante, con il gol del rientrante Ndoye a cristallizzare questa superiorità: insomma, un successo che certo non polarizza le opinioni in merito, anzi. Diluvio incessante di lodi a reti unificate per una squadra che nonostante le difficoltà ha fatto una stagione straordinaria, suggellata da una vittoria straordinaria.
Bologna, rifondazione e mentalità vincente con Italiano

In una stagione in cui ha perso in blocco Saelemaekers, Zirkzee e Calafiori, senza contare il rientro tardivo di Ferguson, e con una Champions League prosciugante da affrontare, Italiano è a 6 punti a 2 giornate dal termine dal traguardo di Motta nello scorso campionato. Il tutto, con una Coppa Italia in bacheca: la misura del lavoro collettivo e individuale e della crescita verticale del Bologna sta tutta qua. Un successo che non chiude un cerchio, ma porta i Rossoblù in un’altra dimensione. Una dimensione in cui ambizioni e prospettive solleticano il palato di un club che non ha certo intenzione di fermarsi qua.
Di Gioele Anelli