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Lutto nello sport italiano: sconfitto da una terribile malattia

Un grave lutto ha colpito il mondo dello sport, lasciando un vuoto profondo tra chi lo conosceva e ne condivideva la passione.

Ci sono notizie che arrivano in silenzio, ma che lasciano un’eco lunghissima. Parole che pesano, sguardi che si abbassano, e un senso di smarrimento che attraversa chi, in un modo o nell’altro, ha incrociato quella figura.

Lutto nello sport italiano
Grave lutto nello sport italiano, morto dopo la malattia (sportitalia.it)

Nei corridoi, nei paddock, durante gli eventi, tra una prova speciale e un incontro di commissione. Era una presenza costante, solida, mai invadente ma sempre autorevole. E negli ultimi mesi, la sua assenza era diventata evidente.

La scomparsa dopo la malattia

Una malattia lo aveva costretto a rallentare, a limitare la sua partecipazione a ciò che più amava, ma nessuno si aspettava che quel percorso arrivasse così presto alla fine. È venuto a mancare Daniele Settimo, presidente della Commissione Rally di ACI Sport. Una figura di riferimento assoluto per tutto il movimento rallistico italiano, ma anche un uomo rispettato e benvoluto da chiunque avesse avuto modo di lavorare con lui.

Già copilota in passato, aveva vissuto il mondo dei rally prima da dentro l’abitacolo e poi da dietro la scrivania, portando sempre con sé quella passione concreta e viscerale che nasce solo se la disciplina ce l’hai nel sangue.

Daniele Settimo morte
Daniele Settimo scomparso dopo la malattia lascia un vuoto nel rally italiano (sportitalia.it)

Infatti, il contributo di Settimo al panorama nazionale è stato decisivo. Non si è mai limitato a gestire o a supervisionare: ha costruito, ha sostenuto, ha rilanciato. Con determinazione, con pazienza, ma soprattutto con una visione chiara. Sapeva quanto fosse importante investire nei territori, nelle manifestazioni locali, nei giovani. E aveva ben chiaro che il rally, per sopravvivere, doveva restare vicino alla gente. La sua energia era sempre rivolta in quella direzione: valorizzare le realtà emergenti, senza perdere di vista l’eccellenza.

Negli anni, è diventato un punto di riferimento per piloti, organizzatori, dirigenti e appassionati. Aveva la capacità rara di tenere insieme i pezzi di un sistema spesso complesso, mettendo d’accordo anime diverse con equilibrio e autorevolezza. Ma soprattutto, lo faceva con un tono sempre misurato, con un rispetto profondo per il ruolo degli altri. Anche nei momenti più difficili, Daniele Settimo non si è mai nascosto. Ha continuato a fare il suo lavoro con lo stesso spirito di sempre, anche quando la malattia cominciava a farsi sentire.

La sua scomparsa lascia un vuoto che non sarà semplice colmare. Non solo per ciò che rappresentava dal punto di vista sportivo e istituzionale, ma per la sua umanità, per il suo modo di esserci senza bisogno di clamore. Chi lo ha conosciuto, oggi, non può che sentirsi orfano di una guida, ma anche grato per tutto ciò che ha lasciato. Perché Daniele Settimo non era solo un dirigente: era un uomo che credeva in quello che faceva. E in un mondo dove spesso le cariche passano senza lasciare tracce, lui ha fatto l’opposto. Ha inciso. Ha costruito. Ha amato profondamente il suo sport.

E adesso che se n’è andato, resta la responsabilità di proseguire su quella strada. Con lo stesso rispetto, la stessa passione, la stessa voglia di fare bene. Perché il modo migliore per onorare chi ha dato tanto, è continuare a far crescere ciò in cui ha sempre creduto.

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