Il giorno dei giorni è oggi. Venerdì 23 maggio 2025, mancano poche ore alla sfida tra Napoli e Cagliari. Una partita che può regalare un sogno tricolore a tutto il popolo partenopeo, che da diversi giorni sta fremendo perché non vuole farsi scappare il quarto Scudetto. Per il Napoli si tratta di un match-point importante, dopo aver tenuto la testa della classifica anche quando sembrava poter sfuggire dalle mani degli uomini di Conte.
In ottica formazione, è probabile che Conte impieghi Anguissa e Gilmour in mediana, con Politano, Raspadori e McTominay alle spalle di Lukaku.
Le parole di Conte in conferenza
Lei viene considerato uno specialista in queste occasioni, ma sarà una notte diversa. Che sensazioni ha?
“C’è tanta voglia di scendere in campo. Veniamo da una stagione intensa, a tratti logorante, e questa potrebbe essere l’ultima partita, quella che chiude un percorso vissuto in una nuova città, un nuovo ambiente. Sentiamo forte la responsabilità di regalare a Napoli e ai suoi tifosi qualcosa di speciale, qualcosa che resti nella storiaDob”.
Una partita così si affronta all’assalto o con più calcolo?
“Non cambieremo approccio. Siamo sempre partiti forte, e domani non sarà diverso. Questo è il mio credo, è ciò che ho trasmesso al gruppo fin dal primo giorno. A volte funziona meglio, altre meno, ma l’idea non cambia. Davanti avremo un Cagliari organizzato, da rispettare al 100%. Solo rispettando l’avversario puoi sperare di batterlo. Ho condiviso col gruppo alcune mie esperienze, perché il vissuto aiuta a capire meglio certe sfide”.
All’inizio diceva “amm faticà”. E ora? Camm’ fa?
“Anche domani servirà fatica, in attacco e in difesa, tutti insieme. È il lavoro che ci ha portati fin qui. Ora bisogna finirlo. Dopo il pareggio con l’Inter dissi: ‘Se vogliamo, possiamo’. Oggi, il gruppo sa che il lavoro va completato, fino in fondo”.
Ha già tracciato un bilancio? Che stagione è stata?
“Molto intensa. Alla presentazione a Dimaro dissi: ‘È la prima volta che ricevo prima di dare’. Ricevere fiducia incondizionata ancor prima di iniziare è stato bellissimo, ma anche una responsabilità enorme. Volevo ripagare chi credeva in me, anche se non conosceva ancora il mio lavoro da dentro. Ogni decisione presa – acquisti, cessioni, strategie – è stata per il bene del Napoli, non per accontentare me. Chi lo dice sbaglia. Tutto è stato fatto per far crescere il club”.

Il legame tra Napoli e i napoletani si è rafforzato. Cosa si sente di dire al popolo azzurro?
“È difficile trovare parole per i tifosi napoletani. L’ho detto spesso: possono cambiare allenatori, calciatori, dirigenti… ma la passione resta. È smisurata, autentica. Abbiamo sentito la loro vicinanza nei momenti belli e nei passaggi più duri. Non posso che dirgli: continuate ad essere così. Voi siete Napoli”.
Il Napoli ha guidato la classifica a lungo. Se finisse come tutti sperano, avrebbe vinto la squadra più forte o la più brava?
“Parlo per esperienza: vince sempre chi dimostra di meritare di più. Un campionato di 38 giornate non mente. A differenza dei tornei a eliminazione, dove conta anche la sorte – un sorteggio favorevole, un avversario decimato – in campionato serve continuità. Non basta un lampo, serve regolarità nei risultati, nelle prestazioni, nella gestione delle difficoltà. È lì che si vede chi ha davvero costruito qualcosa”.
Lei è uno specialista. Domani serviranno più coraggio, umiltà, resilienza… o cos’altro? E c’è rammarico per non essere in panchina?
“Specialista, sì… ma anche in sconfitte. Guardate la mia carriera: tre finali di Champions perse, una del Mondiale, una degli Europei, una di Coppa Uefa… Potrei continuare. Le sconfitte mi hanno temprato, mi hanno forgiato un carattere duro, a tratti anche spigoloso. Cerco sempre di aiutare il club e i ragazzi. Se il nostro massimo ci porta alla vittoria, tanto meglio. Mi dispiace non esserci domani: dopo un campionato così, vorresti essere lì, accanto ai tuoi, a guidarli. Ma ho fiducia nello staff, nei ragazzi, nell’ambiente. Dalla tribuna ci sarà il mio cuore, anzi due cuori”.
Che settimana è stata dopo Parma? A cosa ha pensato?
“È stata una settimana breve, ma carica di emozioni. Distrarsi è quasi impossibile: riesco solo durante la cena, forse nemmeno a pranzo. Dormendo, magari. Ma la testa viaggia. Abbiamo provato a restare concentrati, a lavorare bene. È la partita che decide tutto. Non più importante o molto importante: decisiva. È quella che dà il vero significato alla nostra stagione, che la rende ottima o straordinaria”.






