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Paura Sinner, la finale ha lasciato il segno: annuncio inquietante

Dopo la finale persa a Roma, per Jannik Sinner arrivano parole che incutono paura sollevando più di un dubbio sul suo futuro.

Nel tennis, come nella vita, certe sconfitte non finiscono quando cala il sipario su un match. Restano lì, a vibrare nell’aria, ad alimentare discussioni, paragoni e inevitabili giudizi. È quello che sta succedendo in questi giorni attorno a Jannik Sinner.

Jannik Sinner paura per lui
Parole su Sinner che fanno paura (Foto IG @janniksin – sportitalia.it)

L’atleta reduce da una finale degli Internazionali d’Italia che, a ben vedere, poteva cambiare il suo percorso, o almeno segnarlo in modo profondo. Perché non si è trattato solo di una sconfitta. C’è qualcosa di più, qualcosa che è arrivato dopo, quando le luci del Foro Italico si erano già spente e l’entusiasmo per l’impresa era stato sostituito dal silenzio delle analisi.

Sinner e l’annuncio che lo riguarda

A pochi giorni dalla conclusione del torneo romano, è spuntata una voce che ha gelato molti tifosi azzurri. Quella di Paul McNamee, ex numero uno al mondo in doppio e figura rispettata nel panorama tennistico internazionale. L’australiano, attraverso un post sui social, ha espresso un giudizio tanto netto quanto pesante. Parlando della sfida tra Sinner e Alcaraz, ha scritto parole che suonano come un campanello d’allarme per il nostro Jannik. Secondo McNamee, il confronto ha evidenziato in modo chiaro quanto la terra battuta sia il terreno ideale per mettere a nudo i limiti tecnici e tattici del tennista altoatesino.

Alcaraz Sinner sfida infinita
Ancora commenti positivi per Carlos Alcaraz dopo la vittoria su Sinner (Foto IG @carlitosalcarazz – sportitalia.it)

Le sue parole sono state dirette, quasi chirurgiche. Ha parlato di “maestro di scacchi contro l’apprendista”, riferendosi al secondo set come a una vera e propria lezione tennistica da parte di Alcaraz. Una lezione fatta di variazioni di ritmo, angoli impossibili, palle corte giocate con intelligenza e una padronanza dello scivolamento che sulla terra fa tutta la differenza del mondo. In poche righe, McNamee ha messo in discussione la capacità di Sinner non solo di competere, ma addirittura di migliorare su questa superficie.

Senza ombra di dubbio, queste affermazioni hanno fatto male. Non solo perché arrivano da una voce autorevole, ma perché toccano un nervo scoperto. È vero, Sinner ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, diventando uno dei volti più promettenti del circuito (del resto si presenta da numero uno al mondo). Però la terra battuta è sempre stata la sua sfida più difficile. Una superficie che richiede più pazienza, più intelligenza strategica, più varietà di colpi. Tutte qualità che, per quanto in crescita, sembrano ancora in fase di sviluppo nel repertorio del giovane azzurro.

E allora viene da chiedersi se questa sconfitta a Roma sia davvero solo una tappa nel percorso o qualcosa di più profondo. Perché il talento non si discute, la voglia neppure. Però, quando certe parole arrivano con questo peso, è impossibile ignorarle. Sinner avrà il tempo e la forza per rispondere. Magari già nei prossimi tornei. Ma adesso sa che, sulla terra, non basterà essere forte. Dovrà diventare anche imprevedibile. E questo, nel tennis moderno, fa tutta la differenza.

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