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La Ferrari sotto processo, la rivincita è servita: che batosta

Parla un illustre voce che di Ferrari sa molte cose. Ecco il suo parere sulla stagione in corso… 

La stagione di Ferrari è il tema principale di tute le riviste che trattano il motorsport in questi mesi. Il fatto che anche con il connubio del talento cristallino di Charles Leclerc, qualcosa su cui gli esperti non hanno mai avuto veri dubbi, e l’esperienza di un pluricampione come Sir Lewis Hamilton la squadra non riesca nemmeno ad arrivare a podio con regolarità fa pensare.

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Dura lezione per Ferrari! (Ferrari) – www.SportItalia.it

Cosa c’è che non va davvero con la squadra? Abbiamo potuto vedere anche da profani diverse criticità nell’organizzazione del team italiano, dalle liti via radio tra Adami e Leclerc a Miami fino alle prestazioni non sempre all’altezza della vettura, specie in fase di qualifica. Tutte piccole problematiche che forse, sommate assieme, contribuiscono a rendere Ferrari così lenta dietro le rivali.

Di recente, una voce che Ferrari la conosce bene, avendoci lavorato per anni, si è alzata facendo un’osservazione interessante che lascia pensare. Parliamo di Mattia Binotto, ex team principal della squadra di Maranello che ha riflettuto su qualcosa che in realtà accomuna l’Italia in tutti gli sport, dal calcio fino al motorsport. Ecco le sue parole.

Le parole su Ferrari di Binotto

Mattia Binotto è qualcuno che Ferrari la conosce molto bene. L’attuale responsabile del progetto Audi in F1 infatti ha lavorato fin dal 1995 come ingegnere, facendo progressivamente carriera fino ad arrivare al 2019 come Team Principal della squadra, ruolo che ha ricoperto per ben tre anni. Dopo l’abbandono, si è spostato in questa nuova avventura ma ricorda bene le dinamiche che caratterizzano la squadra tricolore.

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Ferrari, ora parla Binotto (Facebook) – www.SportItalia.it

Un’intervista pubblicata su Formula Passion contiene un’interessante domanda riguardo la tendenza italiana a trovare sempre un capro espiatorio nello sport quando le cose vanno male, invece di porre un’indagine più completa sulle cause di un problema. Alla domanda su perché Binotto ed altri ingegneri in quell’anno complesso abbiano lasciato Ferrari in questa situazione e se in Italia viga questa “politica” del capro espiatorio, l’ex TP ha risposto così.

“Vige in Ferrari. È un sistema italiano che vediamo anche nel calcio, ma non risolve”. Parole che fanno riflettere e che lasciano pensare che almeno secondo Binotto che conosce bene queste dinamiche, Ferrari abbia ricevuto proprio una dura lezione in quell’anno che non ha ancora metabolizzato. E gli effetti si sentono eccome. 

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