Jannik Sinner torna a incantare in campo, ma al Roland Garros cala il gelo per un episodio che ha lasciato tutti spiazzati.
Era tutto pronto per festeggiare un ritorno che il tennis italiano attendeva da mesi. Jannik Sinner, reduce da una dubbia squalifica che aveva fatto tremare i fan, è finalmente tornato a impugnare la racchetta. E non l’ha fatto in sordina.

La finale conquistata agli Internazionali d’Italia ha certificato che il 23enne altoatesino è tornato più affamato che mai, deciso a mettere la sua firma anche sulla terra rossa. Una cavalcata convincente, solida, con quella consueta calma glaciale che lo rende diverso da tutti gli altri.
Sinner gela il Roland Garros
Mentre l’attenzione era tutta rivolta al campo e ai colpi da applausi, a Parigi si è aperto un altro capitolo. Uno di quelli che non si giocano tra le righe bianche del campo, ma che fanno rumore. Durante una conferenza stampa al Roland Garros, infatti, è bastata una domanda per cambiare completamente l’atmosfera. Un momento di gelo, di quelli che non si dimenticano facilmente. Perché Sinner, solitamente disponibile e misurato, stavolta ha scelto il muro. Nessuna risposta, solo parole secche e uno sguardo che non ammetteva repliche.

“Jannik, posso chiederti dell’incontro tra alcuni dei giocatori della Top 10 e i Grandi Slam? Se eri presente, e cosa sperate di ottenere, e che tipo di risposta vi aspettate dai Grandi Slam?” è stata la domanda rivolta al numero uno. La replica? Fredda, tagliente, netta: “Non voglio rispondere a questa domanda. C’erano alcuni giocatori lì, a parlare con i Grandi Slam, cercando di capire un paio di cose, ma non darò nessuna informazione.” Una chiusura che ha gelato la sala e aperto mille interrogativi.
Cosa c’è davvero dietro quel silenzio? Perché proprio Sinner, sempre trasparente, ha scelto di non esporsi? La sensazione è che la questione sia molto più delicata di quanto si voglia far credere. Si parla, da settimane, di tensioni crescenti tra i tennisti di vertice e l’organizzazione dei tornei dello Slam. Questioni di premi, diritti, logistica. Ma stavolta il clima sembra diverso. E se anche uno come Jannik decide di non parlare, allora significa che si è toccato un nervo scoperto.
Nel frattempo, lui torna in campo, e lo fa da protagonista. La finale di Roma ha ridato fiducia e ritmo, e anche se a Parigi le pressioni sono alle stelle, Sinner si prepara a dare battaglia. Però resta quella conferenza stampa sospesa, quell’aria tesa, quel silenzio pieno di significati. Perché il tennis, ogni tanto, si gioca anche lontano dai riflettori. E Jannik, senza dirlo, ha fatto capire che c’è qualcosa che bolle sotto la superficie.






