Certi atleti nati per brillare finiscono per lottare più con il proprio corpo che con gli avversari: gli infortuni li perseguitano.
C’è qualcosa di profondamente ingiusto negli infortuni. Non parliamo solo del dolore fisico, che pure è parte integrante della faccenda. Parliamo di tutto ciò che si porta dietro: la frustrazione, i sogni messi in pausa, il tempo che scorre inesorabile mentre gli altri giocano, corrono, vincono.

Perché nello sport moderno, dove tutto è programmato al millimetro e i margini sono sottilissimi, il corpo può diventare il peggior nemico. E ci sono atleti che, per qualche assurda maledizione, sembrano attirare gli infortuni come una calamita. Come se la sfortuna avesse il loro numero salvato in rubrica.
Ancora infortuni, operazione improvvisa per il campione
Quando capita una volta, si parla di incidente. Quando succede due o tre volte, si comincia a parlare di fragilità. Ma quando diventa un pattern costante, quando ogni stagione è interrotta da uno stop, una ricaduta, un’altra sala operatoria, allora si entra in una dimensione diversa. Quella del talento maledetto, che c’è, è evidente, ma non riesce mai a esprimersi fino in fondo.
E infatti, proprio mentre il mondo della NBA entra nel vivo del mercato estivo, una notizia arriva a spezzare ogni entusiasmo: Anthony Davis è stato operato d’urgenza per un distacco della retina. Un intervento delicato, che chiude nel peggiore dei modi una stagione già condizionata da problemi fisici. A riportarlo è Shams Charania di ESPN, uno che non lancia notizie a caso.

Davis, da qualche mese ai Dallas Mavericks, ha vissuto un’annata tormentata. Ha giocato appena nove partite con la nuova maglia, mantenendo comunque medie impressionanti – 20 punti e 10 rimbalzi – prima di essere fermato da un infortunio all’inguine che lo ha tenuto fuori a lungo. Poi, quando sembrava pronto a rientrare per aiutare la squadra nel rush finale, è arrivata questa nuova mazzata. E così, ancora una volta, il parquet diventa un miraggio.
Per i Mavs è un problema serio. La squadra ha costruito molto attorno alla coppia Doncic-Davis, sperando che l’esperienza e la fisicità del lungo potessero fare la differenza nelle partite che contano. Però, se il tuo uomo chiave passa più tempo in infermeria che in campo, ogni piano rischia di saltare. E Dallas lo sa fin troppo bene.
La sensazione, senza ombra di dubbio, è che Anthony Davis sia uno di quegli atleti destinati a far discutere non solo per quello che fanno, ma anche per tutto quello che non sono riusciti a fare. Per colpa di un corpo che non regge, che tradisce. Ed è forse questa la parte più amara, perché nessun talento merita di essere vissuto a metà.






