Una penalizzazione inaspettata rimescola le carte nella classifica del Tour de France, accorciando il distacco tra i contendenti.
Al Tour de France, ogni dettaglio conta. A volte basta un’inquadratura, un gesto appena accennato, per scatenare conseguenze importanti. È quello che è successo nelle ultime ore, quando una decisione dei commissari ha stravolto, almeno in parte, gli equilibri nella classifica a punti.

Nessuno si aspettava un colpo di scena del genere, perché, diciamolo chiaramente, la tappa si era chiusa con una vittoria netta, pulita, che sembrava destinata a entrare dritta nella storia. Invece no. I giudici hanno rivisto le immagini e deciso per una sanzione.
Penalizzazione al Tour de France: tifosi increduli
500 franchi svizzeri, che fanno circa 535 euro per una sanzione che, però, pesa tantissimo in termini sportivi. Dieci punti in meno nella classifica a punti non sono uno scherzo, soprattutto se il vantaggio che sembrava solido fino a ieri, ora appare decisamente più fragile. Infatti, se è vero che la maglia verde resta saldamente sulle spalle di Jonathan Milan, è altrettanto vero che i suoi più diretti avversari adesso possono tornare a crederci. La corsa si riapre, e non solo dal punto di vista simbolico. Anche se la penalizzazione non ha influito sul risultato della tappa, il segnale è chiaro: basta poco per cambiare tutto.

Va detto che Milan ha comunque regalato un’emozione fortissima. La sua vittoria nell’ottava tappa è arrivata come un fulmine in un cielo che per l’Italia era da troppo tempo grigio. Con quella volata rabbiosa e perfetta ha spezzato un digiuno che sembrava infinito: erano 113 tappe e 2.176 giorni che un corridore italiano non riusciva a imporsi alla Grande Boucle. Sei anni di attesa, di speranze deluse, di promesse non mantenute. Fino a ieri.
Il velocista friulano ha corso con grinta e intelligenza, scegliendo il momento giusto per uscire dalla scia e lanciarsi verso il traguardo. Nessuno è riuscito a stargli dietro, e il colpo d’occhio finale, con lui che alza le braccia al cielo, è uno di quei fotogrammi destinati a restare nella memoria di questo Tour. Però, come spesso accade in questo sport, dietro la gloria si nascondono insidie. I commissari hanno esaminato con attenzione il comportamento di Milan prima dello sprint, e lì hanno rilevato un’irregolarità. Non tale da mettere in discussione la vittoria, per fortuna, ma comunque sufficiente per applicare la penalità.
È un richiamo, in un certo senso, al fatto che al Tour non ci si può permettere distrazioni. Ogni mossa viene scrutata, ogni deviazione può costare caro. Milan, da parte sua, ha accettato la decisione senza fare polemiche, consapevole che la strada è ancora lunga e che la maglia verde si difende anche con la testa, non solo con le gambe.
La corsa ora entra in una fase caldissima. Gli avversari sentono l’odore del sangue e cercheranno di approfittare del momento. Però, senza ombra di dubbio, la vittoria dell’ottava tappa ha rafforzato il morale del campione friulano. E se continuerà a sprintare come ha fatto, con la fame di chi sa cosa vuol dire aspettare anni per un trionfo, sarà difficile strappargli la leadership. Penalizzazione o no.






