Lorenzo Musetti stava vivendo la sua migliore stagione in carriera. Sulla terra battuta ha collezionato risultati di prestigio: finalista a Monte‑Carlo, semifinalista a Madrid, Roma e Roland Garros.
Questo percorso di crescita ha mostrato un tennista capace di competere con continuità a livelli alti, grazie a un gioco fluido e brillante, capace di esaltare il pubblico. Tuttavia, la transizione all’erba non è stata semplice. A Wimbledon, Musetti si è presentato con qualche acciacco: un problema fisico che ha limitato le sue performance, culminato con l’eliminazione al primo turno. Un risultato che ha lasciato perplessi appassionati e addetti ai lavori: non tanto per il turno perso, ma per le modalità. La condizione precaria si è vista, ma subito dopo il torneo è calato un silenzio quasi imbarazzante.

La decisione di rinunciare all’ATP 250 di Los Cabos sembrava già nell’aria, legata alla necessità di gestire la preparazione in vista dell’ATP 500 di Washington (dove Musetti dovrà difendere 165 punti). Tuttavia, il forfait definitivo l’ha riportato sotto i riflettori, alimentando dubbi sui reali tempi di recupero. L’impressione è che la stagione, partita benissimo, stia attraversando una fase di stallo: il talento c’è, ma l’infortunio lo sta rallentando. E al momento nessuna nota ufficiale specifica le reali condizioni fisiche, lasciando spazio a domande scomode.
Il silenzio pesa più dell’infortunio: che succede a Musetti?
Il forfait di Los Cabos non ha sorpreso, ma il silenzio che lo ha accompagnato sì. Non è arrivata alcuna dichiarazione ufficiale dallo staff, nessuna nota medica dettagliata, nessuna indicazione sui tempi di recupero o sulle pratiche di fisioterapia messe in atto. L’unica cosa certa è una frase: “rientro previsto a Washington”. Ma quando sarà davvero pronto? Un’intervista minimale, una foto dai campi d’allenamento o un messaggio di rassicurazione ai tifosi: niente. Ecco il “mistero Musetti“. Potrebbe trattarsi di un semplice protocollo prudenziale, ma la mancanza di trasparenza fa sollevare dubbi. Calcolare la forma fisica al calendario, gestire l’alimentazione e il bilanciamento allenamenti‑riposo sono questioni strategiche che coinvolgono tutto il team del tennista toscano.

E’ solo un’apparente strategia studiata, o forse una gestione troppo riservata? A pesare sulle spalle di Musetti non c’è solo l’infortunio, ma un’intero percorso di carriera da condurre con attenzione. Se il ritiro a Washington andasse bene, tutto rientrerebbe nella norma. Ma in caso di altri stop, lo scetticismo degli addetti ai lavori potrebbe aumentare. C’è in gioco una stagione che poteva essere storica e che ora rischia di arenarsi, soprattutto se il silenzio continuerà.






