Tra Lewis Hamilton e la Ferrari è ormai scontro aperto: l’idillio annunciato si trasforma in un braccio di ferro sempre più evidente.
La Formula 1 vive giorni tesi, e stavolta il centro della tempesta non è un contatto in pista o una polemica tra scuderie, ma qualcosa di molto più profondo. Il rapporto tra la Ferrari e Lewis Hamilton, che avrebbe dovuto rappresentare una nuova era di successi e ambizione, sta attraversando una fase complicata.

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Fase fatta di incomprensioni, malumori e, secondo quanto filtra da ambienti molto vicini al Cavallino rampante, anche di documenti ufficiali. Sì, si è arrivati ai dossier, alle carte messe nero su bianco. E quando si arriva a questo punto, è chiaro che il clima è tutto fuorché disteso.
Hamilton bacchetta la Ferrari
I primi mesi di Hamilton a Maranello non stanno andando secondo i piani. Non solo per i risultati, che al momento restano ben lontani dalle aspettative, ma soprattutto per un’integrazione che stenta a decollare. Il sette volte campione del mondo, abituato a lavorare in contesti altamente strutturati e con una comunicazione fluida e costante, si trova ora dentro un sistema diverso, che funziona con dinamiche tutte sue. E questo, evidentemente, sta generando attriti.

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Hamilton non ha mai nascosto di essere arrivato in Ferrari con un solo obiettivo: vincere. Però, fino a questo momento, ha trovato più ostacoli che slanci. I problemi della macchina sono sotto gli occhi di tutti, e il britannico non ha intenzione di stare a guardare. Così, come ha raccontato lui stesso, ha iniziato a intervenire in prima persona. “A Maranello ho partecipato a tante riunioni con Vigna, Elkann e Vasseur, ma anche a riunioni tecniche con Serra. Ho preparato dei documenti con i vari problemi della macchina e con i cambiamenti che potremmo adottare in squadra”, ha dichiarato. Parole che pesano, soprattutto se inserite in un contesto già teso.
Senza ombra di dubbio, Hamilton sta cercando di imprimere la sua mentalità vincente anche fuori dalla pista, ma quello che sembra emergere è una certa resistenza interna. Alcune sue proposte non sarebbero state accolte con l’entusiasmo sperato, e la sensazione è che tra lui e una parte della struttura tecnica non ci sia ancora la giusta sintonia. Non è solo una questione di prestazioni, ma di visione, di metodo, di linguaggio. E in una realtà come quella Ferrari, dove l’identità storica e il peso della tradizione contano tantissimo, adattarsi richiede tempo e pazienza.
Però il tempo, si sa, è un lusso che in Formula Uno non esiste. I tifosi fremono, i media incalzano, e Hamilton stesso ha dichiarato che questo è un momento cruciale per la sua carriera. Vuole vincere, non essere parte di un progetto in costruzione che continua a rinviare l’appuntamento con il successo. E così, tra riunioni sempre più fitte e documenti sempre più dettagliati, si sta delineando uno scenario inatteso: quello di una Ferrari che pensava di aver fatto il colpo del secolo, e che invece ora si ritrova dentro una tensione crescente, tutta da gestire.






