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Clamoroso Sinner, rinuncia al torneo: “Sono felice”

Jannik Sinner al centro del dibattito, questa volta c’è chi si dice felice per la sua rinuncia a un torneo. Non è un suo avversario.

Chi segue il tennis italiano con una certa costanza lo sa: Jannik Sinner non è solo il numero uno del ranking azzurro, è anche il simbolo di una generazione che ha finalmente portato l’Italia a competere stabilmente ai massimi livelli.

Sinner rinuncia torneo
Jannik Sinner rinuncia al torneo, la motivazione (Foto Instagram – sportitalia.it)

Dal trionfo di Wimbledon ai successi nei Masters 1000, passando per le grandi battaglie contro i migliori del mondo, Sinner è diventato un punto di riferimento, dentro e fuori dal campo. Sempre composto, mai sopra le righe, con quella determinazione fredda e silenziosa che lo rende diverso da tanti altri.

Felice se Sinner non partecipa, è un bene

Eppure, negli ultimi giorni, a far discutere non è stato tanto un suo colpo vincente quanto una sua assenza. Jannik ha infatti deciso di rinunciare a un torneo, scelta che ha subito diviso pubblico e addetti ai lavori. Alcuni l’hanno vista come un’occasione persa, altri come un segnale di lucidità. Tra questi ultimi, c’è chi ha preso una posizione netta. E non si tratta di un opinionista qualsiasi.

A esprimersi senza giri di parole è stato Paolo Canè, ex numero 26 del mondo, uno che il circuito lo conosce bene e che sa quanto possa logorare un calendario senza pause. Le sue parole sono chiare, quasi liberatorie: “Non solo approvo quando rinunciano a un torneo, ma ne sono felice. Vuol dire che hanno capito che non bisogna correre dietro ai risultati ma alla salute, per prolungare la propria carriera. Il segreto del tennis è semplice: giocare poco e vincere sempre”.

Rinuncia Jannik Sinner
Quando Sinner rinuncia a un torneo è un bene, ecco chi e perché lo ha detto (Foto Instagram – sportitalia.it)

Frasi che, dette da chi quel mondo lo ha vissuto sulla propria pelle, suonano come un consiglio prezioso. Perché in effetti, nel tennis moderno, l’equilibrio tra risultati immediati e longevità è diventato fondamentale. Correre da un torneo all’altro, senza sosta, può portare a qualche successo in più nell’immediato, ma rischia di bruciare in fretta energie fisiche e mentali. E in un’epoca in cui i grandi campioni riescono a rimanere competitivi ben oltre i trent’anni, sapersi gestire è una dote imprescindibile.

Sinner, da questo punto di vista, sembra già avere una maturità fuori dal comune. Non è ossessionato dal calendario, sa quando fermarsi e, soprattutto, ha costruito un team che lo supporta in queste scelte. La sua priorità è chiara: durare nel tempo, non consumarsi in fretta. E se qualcuno, come Canè, si dice addirittura felice per una sua rinuncia, vuol dire che il messaggio sta passando.

In un’Italia che sogna in grande, Jannik non è solo il migliore in campo. È anche l’esempio di come si possa essere vincenti scegliendo con intelligenza. E forse, proprio grazie a questa visione, il meglio deve ancora venire.

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