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L’Italia piange un grande campione: morto l’ex nazionale

L’Italia dello sport piange una delle sue figure più tenaci e appassionate, scomparsa prematuramente dopo una lunga malattia.

Ci sono notizie che arrivano come uno schiaffo, anche se in parte già attese. Perché ci sono battaglie che sembrano impossibili da vincere, ma quando chi le combatte lo fa con dignità, coraggio e una forza fuori dal comune, si spera sempre che il finale possa essere diverso.

L'Italia piange il campione
Lutto nello sport l’Italia intera piange il campione (sportitalia.it)

E invece no, stavolta non è andata così. Nella notte, lo sport italiano ha perso uno dei suoi simboli di resilienza, uno di quelli che con l’esempio, più che con le parole, hanno insegnato a non mollare mai.

Lutto nello sport, l’Italia senza più lacrime

Aveva solo 59 anni. Lottava da tempo contro una malattia che non gli ha dato tregua, e che alla fine se l’è portato via. Un dolore profondo attraversa il mondo degli sport equestri, ma non solo. Perché Acerbi non era soltanto un cavaliere, un istruttore, un tecnico. Era, prima di tutto, un uomo di sport nel senso più pieno del termine. Uno che non si è mai arreso, nemmeno quando la vita gli ha presentato il conto più amaro. Ferdinando Acerbi ci ha lasciati.

Ex nazionale italiano, Ferdinando Acerbi aveva vestito la maglia azzurra in diverse occasioni. Indimenticabile la sua partecipazione ai Weg di Den Haag nel 1994, i campionati mondiali di Concorso Completo, dove rappresentò l’Italia con l’orgoglio di chi sa di essere arrivato al massimo grazie solo al lavoro e alla passione. Era stato inserito per due volte nella rosa dei probabili olimpici, traguardo che da solo dice moltissimo sul suo livello tecnico e sulla considerazione che godeva nell’ambiente.

L'Italia piange Ferdinando Acerbi
E’ morto Ferdinando Acerbi, l’Italia sportiva lo piange (Foto Instagram – sportitalia.it)

Ma la sua storia non si ferma lì. Dopo un grave incidente che avrebbe potuto (e forse dovuto, secondo logica) chiudere per sempre la sua carriera, Acerbi si è reinventato. È diventato cavaliere paralimpico, tecnico federale del paradressage, punto di riferimento per tanti atleti e atlete che, guardandolo, hanno capito che sì, si può ricominciare. Che anche una tragedia può trasformarsi in un nuovo inizio, se si ha dentro quella forza che non si compra e non si insegna.

Non solo cavalli, però. Ferdinando era anche velista, imprenditore, istruttore di lungo corso. Una vita piena, vissuta senza risparmiarsi mai. Chi lo ha conosciuto lo descrive come una persona capace di trasmettere energia anche nei momenti peggiori. Uno di quelli che entravano in un maneggio o in un campo gara e si facevano notare, ma sempre con discrezione, sempre con stile.

La sua scomparsa lascia un vuoto enorme, difficile da colmare. L’Italia sportiva perde un uomo che ha saputo ispirare, un campione vero che ha fatto della determinazione e della dignità il suo tratto distintivo. E forse, più di ogni altro titolo, è questo il ricordo che porteremo con noi.

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