In MotoGP si respira sempre un’aria elettrica e le manovre fuori pista sembrano pesare quasi quanto quelle in gara. Batosta per Rossi.
Il Motomondiale non è solo rettilinei, curve al limite e sorpassi mozzafiato. C’è un universo parallelo fatto di strategie, alleanze, giochi politici e incroci di interessi che spesso determinano il futuro dei team quanto, se non più, delle prestazioni in pista.

Ecco perché certe notizie, anche se non riguardano direttamente i tempi sul giro o la classifica, fanno rumore. A maggior ragione quando coinvolgono due colossi della MotoGP come Marc Marquez e Valentino Rossi, ancora oggi simboli viventi di una rivalità che non ha mai smesso di ardere, nemmeno dopo l’addio alle corse del Dottore.
Batosta in arrivo per Valentino Rossi
Nelle ultime ore si è consumato un nuovo capitolo di questa eterna sfida, solo apparentemente congelata. Stavolta non si parla di manovre scorrette o frecciatine in conferenza stampa, ma di strategie di mercato, di tentativi di influenzare il futuro assetto della griglia. Secondo quanto emerso da indiscrezioni sempre più insistenti, Valentino Rossi avrebbe fatto un tentativo concreto per portare Pedro Acosta nel team VR46. Una mossa che, letta tra le righe, avrebbe avuto un obiettivo ben preciso: impedire che Marc Marquez possa vincere il suo tanto atteso decimo titolo mondiale.

La logica dietro questa scelta è semplice ma allo stesso tempo carica di significato. Acosta, talento purissimo e già al centro di un corteggiamento serrato da parte dei team di vertice, avrebbe potuto rappresentare una pedina fondamentale per bloccare la strada a Marquez nei prossimi anni. Inserirlo nel team VR46, affidargli una moto competitiva e tenerlo lontano dall’orbita del fuoriclasse spagnolo, avrebbe potuto fare la differenza. Però, come spesso accade nel paddock, tra l’idea e la realtà c’è di mezzo un abisso.
A raffreddare l’entusiasmo è stato direttamente Alessio Salucci, braccio destro di Valentino e uomo chiave nella gestione della squadra. Le sue parole sono state chiare: “Le possibilità che Acosta arrivi nel nostro team nel 2026 sono poche.” Un modo elegante per dire che, almeno per ora, quella porta sembra chiusa. E questo, senza ombra di dubbio, è un colpo duro da digerire per Rossi, che aveva immaginato una mossa capace di riequilibrare la partita.
Dall’altra parte, invece, Marquez può sorridere. La strada per il decimo titolo, anche se ancora tutta da costruire, sembra sgombra da ostacoli interni. E per un pilota che ha sempre saputo come gestire pressioni e aspettative, ogni piccolo vantaggio può diventare decisivo. La MotoGP è anche questo: una partita a scacchi che si gioca a motori spenti, ma che può cambiare il destino delle gare.






