L’estate del tennis sta diventando incandescente: i colpi di scena non mancano, e stavolta i protagonisti non sono Sinner e Alcaraz.
Senza ombra di dubbio, il Masters 1000 di Cincinnati è uno degli appuntamenti più caldi – in tutti i sensi – della stagione. Infatti, a pochi giorni dallo US Open, ogni match diventa un termometro per capire chi potrà brillare sul cemento di Flushing Meadows dal 24 agosto.

Eppure, in un tabellone dominato dalle attese per Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, ecco che a far parlare di sé è Lorenzo Musetti. La suggestione nasce dalle parole di Renzo Furlan, ex Top 20 e oggi coach stimato, che parlando dell’azzurro ha tracciato un identikit di un potenziale fuoriclasse.
Sinner e Alcaraz trovano il terzo incomodo
Musetti capace di arrivare al livello dei due mostri sacri della nuova generazione. «A Wimbledon è andato ma senza allenamenti e si è visto», racconta Furlan, facendo capire che il recente rendimento non riflette il vero valore di Musetti. «È un talento così limpido che mi giocherei la casa su di lui. Se sta bene è da n° 3 dopo Carlitos e Jannik. Anzi, può batterli entrambi».
Parole forti, che non passano inosservate. Tuttavia, il fascino sta proprio qui: non si tratta di una vittoria reale sul campo, ma di un riconoscimento di potenziale che accende l’immaginazione di tifosi e addetti ai lavori. Perciò, in un torneo come gli Us Open, dove i pronostici sono spesso ribaltati da outsider in giornata di grazia, il pensiero di vedere Musetti scalare le gerarchie non sembra poi così folle.

Il giovane di Carrara, infatti, ha dalla sua un bagaglio tecnico che pochi possono vantare: rovescio a una mano elegante e incisivo, capacità di variazione e lettura tattica sopra la media. Il problema, come spesso sottolineano gli esperti, è la continuità ed ha dimostrarlo è la precoce eliminazione proprio a Cincinnati. Ma Furlan sembra convinto che, con la giusta preparazione fisica e mentale, Lorenzo possa davvero inserirsi stabilmente tra i migliori tre al mondo.
Questa suggestione arriva in un momento particolare, in cui Sinner e Alcaraz continuano a rubarsi titoli e copertine. Eppure, lo scenario di un terzo incomodo italiano capace di inserirsi nella loro corsa non è solo un sogno romantico: sarebbe una scossa per tutto il movimento tennistico, che già vive un’epoca d’oro.
Ora l’attenzione si sposta su New York. Se Cincinnati ha fatto crescere l’attesa, lo US Open potrebbe diventare il palcoscenico ideale per capire se queste parole di Furlan erano un semplice auspicio o un’intuizione destinata a realizzarsi. Perché, nel tennis, la linea tra suggestione e realtà è sottile… e a volte basta un torneo per attraversarla.






