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Ansia Cobolli, precipita in classifica e dice addio agli Us Open

Flavio Cobolli sta vivendo un momento complicato della sua carriera, e gli Us Open sembrano destinati a segnare un altro passo indietro.

Chi segue il tennis italiano lo conosce bene. Flavio Cobolli, romano classe 2002, è uno di quei talenti che fin da giovanissimo hanno fatto sperare in un futuro radioso per il nostro sport. Grinta, carattere, un dritto potente e una naturalezza in campo che lo rendevano uno dei più promettenti della nuova generazione.

Cobolli crolla in classifica
Caduta libera per la classifica di Flavio Cobolli (Foto IG @flavio_cobbo
– sportitalia.it)

Non a caso, qualche stagione fa, gli occhi degli appassionati si erano posati su di lui con grande fiducia, convinti che il ragazzo potesse rappresentare l’ennesima scommessa vinta dal tennis azzurro.

Cobolli addio agli Us Open

I primi risultati c’erano stati: buone prestazioni nei Challenger, qualche comparsata nei tornei ATP e una crescita costante nel ranking. Cobolli sembrava sulla rampa di lancio. Però, come spesso accade nello sport – e nel tennis in particolare – non tutto fila sempre liscio. Gli ultimi mesi, infatti, hanno mostrato un Cobolli diverso: meno brillante, meno incisivo, spesso in difficoltà anche contro avversari abbordabili. Il ranking lo testimonia senza ombra di dubbio: la discesa in classifica è evidente, e preoccupante.

C’è apprensione attorno a lui. Non solo per i risultati che tardano ad arrivare, ma per la sensazione, sempre più forte, che qualcosa si sia inceppato nel suo meccanismo. C’è chi parla di un problema mentale, chi invece punta il dito sulla preparazione fisica o sulla programmazione dei tornei. Di certo, quel fuoco che lo spingeva a lottare su ogni palla oggi sembra meno acceso. Ed è un peccato, perché il talento non è mai stato in discussione.

Cobolli Us Open
Cobolli saluta gli Us Open (Foto IG @flavio_cobbo
– sportitalia.it)

Il colpo più duro, però, arriva ora: Flavio Cobolli sarà costretto a dire addio agli Us Open. Gli Us Open sono uno dei palcoscenici più importanti del tennis mondiale. Si giocano a New York, nell’atmosfera infuocata di Flushing Meadows, e hanno visto trionfare leggende del calibro di Federer, Nadal e Djokovic. Per un giovane, partecipare a questo Slam è più di un’esperienza: è una prova di maturità, un’occasione per misurarsi con i migliori e, magari, sorprendere.

Le aspettative intorno a lui sono bassissime. I bookmakers lo danno come fanalino di coda tra i possibili vincitori. Ultimo. Senza alcuna speranza di arrivare in fondo, nemmeno tra i più ottimisti. È brutale, ma è la realtà. E nel tennis, lo sappiamo, la fiducia degli addetti ai lavori e del pubblico è tutto. Cobolli, insomma, può dire addio agli Us Open stando agli addetti ai lavori le sue speranze di vittoria sono insesistenti.

Ora resta da capire quale direzione prenderà la sua carriera. Flavio ha tempo, ha solo 23 anni. Però servirà un reset. Un cambio di passo. Perché il tennis non aspetta, e le occasioni perdute pesano. Il rischio è quello di rimanere incastrati in un limbo, troppo forti per i Challenger, troppo fragili per gli ATP. E a quel punto, il sogno si complica.

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