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Follia nel Basket, interviene la polizia: denuncia per truffa

Si pensava di averne viste già abbastanza nel mondo dello sport. E se quest’anno per il calcio è stato l’anno degli illeciti amministrativi, per il Basket il rapporto con la giustizia non è stato da meno.

Il basket, solitamente associato a passione, fair play e spirito di squadra, si ritrova oggi al centro di una vicenda che ha lasciato tutti attoniti. Negli ultimi mesi, non solo il calcio ma anche lo sport da parquet è stato scosso da episodi che poco hanno a che fare con i valori agonistici. L’esempio più eclatante, a livello internazionale, arriva dall’NBA, dove il padre della stella dei Boston Celtics, Jaylen Brown, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, una notizia che ha fatto il giro del mondo e aperto dibattiti sul rapporto tra sport, immagine pubblica e responsabilità personali. In Italia, il contesto è ben diverso, ma l’impatto non è meno sorprendente. Quando si parla di cronaca sportiva ci si aspetta resoconti di partite, nuove scoperte di talenti o storie di sacrifici e vittorie.

Pallone basket
Follia nel Basket, interviene la polizia: denuncia per truffa – Sportitalia.it (Pixabay)

Invece, ancora una volta, lo sport si ritrova intrecciato con la giustizia, e non certo per meriti sportivi. È un colpo che scuote un ambiente solitamente lontano da scandali di questo genere e che rischia di gettare un’ombra su realtà locali in cui il basket rappresenta più un collante sociale che un semplice passatempo. Il paragone con casi internazionali serve solo a sottolineare come il confine tra sport e giustizia sia sempre più labile. Non si tratta di episodi isolati, ma di segnali preoccupanti che, in modi diversi, mettono in discussione valori di correttezza e trasparenza. E ora, anche in Italia, ci troviamo di fronte a una storia che nulla ha a che vedere con il parquet, i canestri e le tifoserie.

Certificati falsi e allenamenti: l’inchiesta di Trani

La vicenda riguarda un poliziotto di 55 anni, originario di Cerignola, in servizio al commissariato di Canosa di Puglia, che per mesi avrebbe presentato certificati medici per giustificare assenze dal lavoro. Documenti che, secondo gli inquirenti, erano falsi. La scoperta è avvenuta quando l’uomo è stato visto giocare a basket con una squadra locale, proprio nei giorni in cui risultava in malattia. Le indagini, coordinate dalla Procura di Trani e condotte dalla Squadra Mobile di Andria, hanno portato alla luce un quadro ancora più ampio. In totale, sarebbero stati presentati oltre 30 certificati, rilasciati da uno studio odontoiatrico e da un medico di base di Cerignola.

Polizia
Certificati falsi e allenamenti: l’inchiesta di Trani – Sportitalia.it (Pixabay)

Visite mai effettuate, secondo l’accusa, ma utilizzate per ottenere giorni di permesso. Non solo: il poliziotto avrebbe fatto ricorso anche a permessi 104 e congedi straordinari in maniera difforme rispetto a quanto consentito. Il tribunale di Trani ha disposto per lui l’interdizione dai pubblici uffici per sei mesi, una misura che potrebbe preludere a conseguenze ben più gravi. Sul tavolo c’è infatti la possibilità di una denuncia per truffa ai danni dello Stato, reato che rischia di segnare pesantemente la carriera dell’agente e di aggravare ulteriormente la vicenda. Quello che resta è l’immagine di un basket locale coinvolto in un caso giudiziario che nulla ha a che fare con lo sport. Eppure, proprio per l’inatteso intreccio con la cronaca, la vicenda ha assunto un clamore che difficilmente si spegnerà in breve tempo.

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