E’ stato un anno pieno di impegni e di successi per Carlos Alcaraz, divenuto il numero uno dopo 65 settimane di egemonia targata Sinner. Gli US Open però hanno cambiato le carte in tavola per lo spagnolo.
Il trono del tennis mondiale ha cambiato padrone. Carlos Alcaraz, con la vittoria agli US Open contro Jannik Sinner, ha riconquistato il primo posto del ranking ATP dopo 65 settimane di dominio dell’altoatesino. Un sorpasso meritato, costruito su due settimane perfette a Flushing Meadows, dove lo spagnolo ha mostrato un livello di gioco pressoché irraggiungibile, concedendo appena un set in finale e mettendo in campo la solita miscela di aggressività e talento.

La rivalità tra i due ha già assunto contorni leggendari. Basti pensare alla maratona del Roland Garros, cinque ore e mezza di tennis estremo che resteranno scolpite nella memoria degli appassionati. Oppure al successo dello spagnolo a Cincinnati, arrivato anche grazie a un pizzico di fortuna, con Sinner frenato da un virus che ne aveva compromesso le energie. Alcaraz non ha sbagliato nulla, approfittando delle occasioni e consolidando un 2025 da record: due Slam, un Masters 1000 e soprattutto la leadership mondiale riconquistata. Ogni impresa, però, ha un prezzo. L’iberico ha affrontato un tour de force che lo ha spremuto mentalmente e fisicamente. Non sorprende quindi che abbia scelto di staccare la spina, almeno per qualche giorno, prima di tuffarsi nella seconda parte della stagione. A partire dalla Laver Cup e dallo swing asiatico, dove il confronto con Sinner potrebbe nuovamente incendiarsi.
Spagna in allarme: niente Coppa Davis per Alcaraz
Il primo segnale concreto della necessità di riposo è arrivato con il forfait alla Coppa Davis. Carlos Alcaraz non sarà della partita a Marbella, dove la Spagna affronterà la Danimarca nel secondo turno di qualificazione verso le Final Eight di Bologna. Una rinuncia che complica enormemente i piani del capitano David Ferrer, già costretto a fare i conti con l’assenza del numero due del Paese, Alejandro Davidovich Fokina, fermato da stanchezza e da un calendario troppo fitto. La formazione spagnola si presenterà dunque con un gruppo privo di stelle: Jaume Munar, Pedro Martinez, Roberto Carballes Baena, Pablo Carreño Busta e il doppista Marcel Granollers. Un quintetto di grande cuore e solidità sulla terra, ma con poca esperienza nelle sfide decisive a livello mondiale.

Al contrario, la Danimarca potrà contare su un leader assoluto come Holger Rune, destinato a fare la differenza nei singolari. Proprio il giovane danese potrebbe indirizzare la sfida già con il primo punto, lasciando poi al secondo singolarista (Elmer Moeller o August Holmgren) o al doppio la possibilità di piazzare il colpo del ko. La Spagna, senza il suo numero uno e il suo numero due, rischia dunque seriamente l’eliminazione ancor prima delle Finals. Per il pubblico di Marbella sarà una Coppa Davis in salita, e chissà che l’assenza di Alcaraz non diventi una condanna pesante per le ambizioni di un Paese che ha scritto pagine di storia con Nadal e che ora guarda al murciano come simbolo della nuova era.






