
Il Tribunale di Catanzaro ha stabilito l’amministrazione giudiziaria per un periodo di dodici mesi della società FC Crotone s.r.l. La decisione è stata presa su proposta congiunta del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, del Procuratore Distrettuale di Catanzaro e del Questore di Crotone, come riporta la Rai.
Il provvedimento, emesso dalla Seconda Sezione penale – Misure di prevenzione, si basa su elementi raccolti dalle autorità proponenti e sulle indagini condotte dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale, nell’ambito delle attività della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, in particolare nel procedimento denominato Glicine-Acheronte.
Dalle indagini sono emersi indizi ritenuti sufficienti per ipotizzare che, negli ultimi dieci anni, l’attività economica della FC Crotone s.r.l., inclusa quella imprenditoriale, sia stata influenzata da condizioni di intimidazione e assoggettamento riconducibili a esponenti di cosche locali di ‘ndrangheta, che avrebbero esercitato un controllo pervasivo sul territorio di Crotone e sulle attività economiche, tra cui la stessa società calcistica.
La posizione del club
Attraverso il legale del club, Francesco Verri, il Crotone fa sapere: “Esamineremo con cura il provvedimento provvisorio del Tribunale di Catanzaro e ci prepareremo per l’udienza prevista per la sua discussione in programma il 13 ottobre.
Non si tratta affatto di un provvedimento punitivo: la misura è stata adottata perché l’Autorità Giudiziaria ritiene che l’Fc Crotone abbia subito il potere di intimidazione della ‘ndrangheta e non ipotizza, neanche lontanamente, complicità o connivenze della società, dei suoi soci o dei suoi dirigenti e collaboratori. L’Fc Crotone collaborerà attivamente con gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale per proseguire le proprie attività nell’interesse della società, dei tifosi e in generale dello sport”.






