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Huijsen, il papà all’attacco: “Addio alla Juve uno shock. Motta brutale e Giuntoli categorico!”

Dal Bournemouth al Real Madrid per 50 milioni di sterline: Dean Huijsen è uno dei punti fermi del Real Madrid di Xabi Alonso: il papà-agente Donald Caspar, detto Donny ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport.

L’addio alla Juventus? “È stato un vero shock. Non ci potevamo credere, ci siamo rimasti di sasso. Male, troppo male. Un giorno nero. Bruttissimo. Un fulmine a ciel sereno. Ma perché? Ci chiedevamo senza poter comprendere i motivi della separazione forzata. Dean stava a meraviglia a Torino, parla benissimo italiano, era apprezzato e ben voluto da tutti. Dallo staff ai compagni di squadra, da tutto il mondo Juve fino al magazziniere. Giuntoli è stato categorico e Motta brutale quando gli hanno detto che non avrebbe più fatto parte del progetto e che doveva andarsene, che non aveva più il permesso di allenarsi con la prima squadra”.

Chill Guy

E ancora un attacco nei confronti dell’ex allenatore e ds della Vecchia Signora: “Lui e Motta non sono propriamente da annoverare tra i miei migliori amici…“.

Due momenti particolari dell’esperienza in bianconero: Yildiz e non solo

“Un giorno mi sono procurato un paio di cesoie e mi sono messo a tagliare l’erba alta che copriva parzialmente la visione del “training”. Poi in un campo da tennis lì vicino ho trovato una sedia da arbitro, ovviamente alta, così potevo seguire perfettamente ogni allenamento. E chissenefrega se qualche volta pioveva… Ero diventato una sorta di beniamino per tutti al JTC di Vinovo: dagli allenatori ai “vigilantes”, dagli inservienti agli addetti al refettorio…”.

Kenan Yildiz numero 10 della Juventus

E il rapporto con Yildiz? “Sono tuttora molto amici, hanno legato subito nelle giovanili della Juve. Si sentono praticamente ogni giorno al telefono. Hanno creato una chat di gruppo, c’è anche il bosniaco Tarik Muharemović ora al Sassuolo. Stanno già cominciando gli sfottò in vista di Real Madrid-Juventus del prossimo 23 ottobre in Champions… Io e suo papà Engin ci frequentavano spesso a Torino. Sua moglie Beate è tedesca quindi non c’erano problemi di lingua perché olandese e tedesco sono lingue molto simili. A Dean, che continua a leggere Tuttosport sul suo smartphone come del resto faccio anch’io, piaceva frequentare i ristoranti di Marchisio e di Bonucci. Il “Legami” a Garino, frazione di Vinovo, e il “Lève” di fronte alla vecchia sede della Juventus in corso Galileo Ferraris”.

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