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Pogacar, non solo vittorie: che batosta per il fuoriclasse

Tadej Pogacar un fenomeno capace di far parlare di sé nel bene e nel male. Altro che vittorie questa è una batosta.

C’è chi domina per un’estate, chi per qualche stagione, e poi c’è Tadej Pogacar, uno di quei talenti che sembrano appartenere a un’altra epoca. Il ciclista sloveno, con il suo modo di correre coraggioso e spettacolare, è diventato ormai un punto di riferimento per tutto il movimento mondiale.

Tadej Pogacar fuoriclasse
Tadej Pogacar e quei trofei che ancora mancano (Foto IG @eurosportitalia
– sportitalia.it)

Non è solo un campione, ma un simbolo di ciò che il ciclismo moderno può ancora offrire: passione, imprevedibilità e soprattutto un’incredibile fame di vittorie. Eppure, anche quando non vince, Pogacar riesce a far parlare di sé, perché il suo nome è sinonimo di spettacolo. Nel bene e nel male, è sempre lì, sotto i riflettori, pronto a sorprendere.

Tadej Pogacar da campione a leggenda: cosa manca

Il 2025 lo ha consacrato, senza ombra di dubbio, come uno dei più grandi di sempre. A Bergamo, infatti, è arrivata un’altra impresa destinata a restare negli annali: la conquista del suo quinto Giro di Lombardia consecutivo. Cinque trionfi di fila in una delle classiche più difficili e affascinanti del calendario, un risultato che fino a pochi anni fa sembrava impossibile anche solo da immaginare. Pogacar ha dominato con la solita classe, gestendo ogni salita con lucidità e forza, lasciando dietro di sé avversari ormai rassegnati a inseguire un fantasma.

Eppure, la carriera del fuoriclasse sloveno non è tutta una passerella di vittorie. Lo stesso Pogacar non ha mai nascosto che nella sua bacheca, per quanto già traboccante di trofei, mancano ancora alcuni pezzi fondamentali. Due, in particolare, sono gli obiettivi che lo tengono sveglio la notte: la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Due Monumento che, se aggiunti alle sue conquiste precedenti, lo renderebbero il ciclista più completo della storia.

Pogacar ritrova stimoli e vittorie
Quinto Giro di Lombardia consecutivo per Tadej Pogacar (Foto IG @ispirazione_sportiva
– sportitalia.it)

Sono gare completamente diverse tra loro — la prima sottile, tattica, da corridore intelligente e paziente; la seconda brutale, fatta di fango, pietre e resistenza — ma entrambe rappresentano per Pogacar l’ultimo gradino verso la leggenda.

Non basta, però. Tra i sogni dichiarati dello sloveno c’è anche la Vuelta di Spagna, l’unico grande giro che ancora gli manca. A soli 27 anni, Pogacar ha già scritto pagine epiche al Tour de France e al Giro d’Italia, ma completare la tripla corona sarebbe qualcosa di storico. È nel pieno della maturità fisica e mentale, con ancora diversi anni davanti a sé per continuare a stupire.

Il 2026, insomma, potrebbe diventare l’anno della consacrazione definitiva. Pogacar non è solo un corridore, è uno showman delle due ruote, capace di accendere la corsa in ogni momento. Ha la forza dei grandi, la testa dei campioni e quella scintilla che rende unico chi sa vincere, ma anche perdere con dignità. In fondo, è proprio questo il segreto del suo successo: non smettere mai di provarci. Perché, a guardarlo correre, si capisce subito che Pogacar non punta solo a vincere gare. Punta a lasciare un segno nella storia. E, a dirla tutta, ci sta riuscendo alla grande.

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