Il nuovo San Siro prende forma tra tanti interrogativi dei tifosi dell’Inter e del Milan. Il progetto sta prendendo forma dopo l’incontro conoscitivo dell’altro giorno.
Guardare un match San Siro è indimenticabile. Fin dall’ingresso quando si sale tra le rampe a spirale che girano all’infinito, con il brusio che cresce passo dopo passo, finché una lama di luce non ti accoglie e tutto si apre: il campo, l’erba perfetta, il cielo incorniciato dagli anelli. È in quel momento che si capisce perché questo stadio non somiglia a nessun altro. Le tribune ti avvolgono e ti sovrastano insieme, così inclinate da far venire il desiderio di aggrapparsi a qualcosa, tanto è forte la sensazione di trovarsi sospesi. Da laggiù, i giocatori sentono il peso di quello sguardo collettivo: tre anelli di cemento e passione che sembrano piegarsi sopra di loro.
Nel progetto del nuovo San Siro, Milan e Inter vogliono che quella sensazione resti intatta. Non bastano vetro e acciaio: serve la stessa vertigine, la stessa spinta emotiva. Per questo si ripartirà proprio da lì, dall’inclinazione degli spalti, cuore geometrico di un’emozione che nessun restyling potrà permettersi di smussare.

Tribuna a 37 gradi
Il nuovo San Siro nascerà attorno a un numero: 37 gradi. È questa la cifra che racchiude un’idea di atmosfera, di intensità, di partecipazione collettiva. Trentasei o trentotto non avrebbero avuto lo stesso valore simbolico. Trentasei è troppo prudente, trentotto sfiora il limite.
Ma trentasette è esattamente ciò che serve per replicare l’effetto San Siro e il battito del “Muro Giallo” di Dortmund. È la pendenza del terzo anello di San Siro e della Südtribüne del Westfalenstadion, due luoghi in cui il calcio diventa esperienza sensoriale, quasi fisica.
L’inclinazione non è solo un dettaglio tecnico: è una dichiarazione d’intenti, un modo per dire che il nuovo stadio non sarà un’arena neutra, ma un luogo vivo, vibrante, costruito per far sentire ogni spettatore dentro la partita.
Il progetto del nuovo San Siro
Il documento progettuale parla di un “catino” pensato per esaltare l’identità delle curve e ridurre al minimo barriere e ostacoli visivi. Ogni seduta sarà orientata per offrire un colpo d’occhio pieno, diretto, immersivo. L’acustica, potenziata dalla verticalità delle tribune, restituirà un suono pieno, una massa corale capace di spingere la squadra.
Anche la prossimità al campo è studiata per avvicinare pubblico e giocatori, trasformando l’evento sportivo in un’esperienza collettiva, quasi teatrale. Così, tra San Siro, Dortmund e un tocco di Mestalla, i 37 gradi diventano la misura esatta dell’anima di San Siro che rinasce.






