Un team ha infranto le regole, eppure la FIA non sembra interessata ad usare il pugno di ferro: che cosa è accaduto realmente?
Nel mondo della Formula 1, reputata alla stregua di golf e tennis uno sport per gentiluomini, non sono ammesse sbavature: piloti e team devono mantenere codici di condotta impeccabili. Grandi atleti come Lewis Hamilton e Max Verstappen sono stati spesso rimproverati per aver usato termini volgari, carriere come quella di Bernand Gachot sono state interrotte per motivi legali, in questo caso specifico il pilota rimase coinvolto in una rissa e perse il contratto con Jordan.

Le regole per le squadre sono altrettanto severe ed è capitato spesso che la FIA abbia sanzionato team che non hanno rispettato le regole o hanno provato a giocare sporco, tra monoposto modificate contro le regole, infrazioni in pista e sopratutto irregolarità economiche gravi o meno. Una delle regole più severe imposte dalla federazione di Ben Sulayem riguarda sicuramente il budget cap, in ogni caso.
Introdotto ormai nel 2021 il budget cap è in sintesi una misura pensata per “appianare” lo squilibrio tra i team più ricchi e quelli meno ricchi in gara. In uno sport dove i costi sono saliti moltissimo e può servire un miliardo di euro solo per avviare una squadra in grado di puntare alla vittoria, ogni team può spendere al massimo 135 milioni di euro contro i 145 di quattro anni fa, annualmente e, in genere, sforare questa cifra costa caro. Diciamo “in genere” perché l’ultimo team a farlo non è stata punita gravemente…
Aston Martin “buca” il budget cap: schiaffetto correttivo
La squadra inglese Aston Martin Aramco F1 ha un trascorso con la FIA risalente al 2022 in cui sforò il budget cap beccandosi una bella sanzione. Da notare che in questo conteggio non rientrano però le spese del marketing, le retribuzioni dei tre manager più pagati, e l’ingaggio dei driver, Stroll e Alonso. Ora, visti questi episodi del passato il team sarà stato attentissimo quest’anno, non è vero? Non proprio, visto che una lieve irregolarità ha rischiato di costargli caro.

Se tre anni fa per aver sforato il budget cap la squadra ha dovuto sborsare quasi mezzo milione di multa, quest’anno l’errore è stato “meno grave” e si trattava di un’irregolarità nei documenti. Mancava infatti una firma, quella del revisore dei conti, sul documento consegnato. Un’inerzia? Mica tanto quando si parla di milioni di euro netti l’anno.
L’errore di questo membro del team che potrebbe quasi costargli il posto è stato punito con una semplice “ramanzina” dalla FIA che ha considerato lo sbaglio in buona fede ed ha permesso al team di risolverlo senza una multa. Qualcuno dei rivali potrebbe protestare, dato che per quanto lieve, si tratta pur sempre di un’irregolarità. Ma la federazione questa volta ha scelto di usare il guanto di velluto. Sta a voi decidere se sia giusto o meno.






