Bo Henriksen e Daniele Galloppa, rispettivamente tecnici di Mainz e Fiorentina
La Fiorentina perde 2-1 in casa del Mainz nella terza giornata di Conference League. Prestazione negativa da parte dei viola di Daniele Galloppa, ecco la cronaca del match
La Fiorentina perde 2-1 sul campo del Mainz, nella terza giornata di Conference League. Prestazione negativa da parte della formazione toscana, ecco com’è andato il match.
MAINZ (3-4-3): Zentner; Potulski, Da Costa, Kohr; Mwene, Amiri, Maloney, Kawasaki; Nebel, Weiper, Sieb. All: Siewert
FIORENTINA (3-5-1-1): Martinelli; Pongracic, Pablo Marì, Ranieri; Dodo, Sohm, Nicolussi Caviglia, Ndour, Fortini; Fazzini; Piccoli. All. Galloppa
Nelle prime battute di gara le due squadre si studiano, La prima occasione è per i padroni di casa al minuto numero 10: Weiper riceve un cross dalla destra, colpo di testa dell’attaccante ma Martinelli è attento e respinge. Tre minuti più tardi il Mainz è ancora in avanti, un tiro-cross di Sieb impensierisce la retroguardia toscana ma scampa il pericolo.
Al 16′ ecco il vantaggio della Fiorentina: Nicolussi Caviglia serve Piccoli, quest’ultimo fa una sponda in area per Sohm che di prima intenzione batte Zentner. La Fiorentina vola sulle ali dell’entusiasmo, poco dopo il vantaggio ci prova anche Piccoli ma il suo sinistro non trova la porta. Al 22′ ancora Piccoli vicino al raddoppio, ma l’attaccante – ancora solo di fronte a Zentner – si fa ipnotizzare dal portiere avversario. Al termine del primo tempo ci prova anche Fazzini, ma la sua zampata a botta sicura viene deviata da Potulski in corner.
Nel secondo tempo la viola continua a premere alla ricerca del gol del raddoppio. Ci provano prima Fazzini e poi Piccoli, le due chance però non vengono concretizzate e la Fiorentina spreca un’altra occasione per chiudere la partita. Il Mainz si riversa in avanti e al 68′ trova il pareggio: Ranieri perde una brutta palla, Lee imbuca per Hollerback che davanti a Martinelli non sbaglia e pareggia la partita. La Fiorentina prova a reagire, al 77′ ci prova Kean che di testa a un passo spedisce sul fondo. Negli ultimi minuti i tedeschi pressano e allo scadere trovano il 2-1 con Lee, che di testa infila Martinelli. La Fiorentina perde 2-1, continua la crisi della viola.
È partito il conto alla rovescia per arrivare alla firma ed all’annuncio ufficiale di Paolo Vanoli alla Fiorentina. Sarà lui a succedere a Stefano Pioli ed all’intermezzo di Daniele Galloppa: restano da risolvere i dettagli burocratici per partire con il nuovo ciclo. Non tutti lo ricorderanno, ma per Vanoli si tratta di un ritorno in viola. L’ultimo trofeo vinto dalla Fiorentina infatti porta proprio la firma di Vanoli, risalendo fino al lontano maggio del 2001.
Paolo Vanoli non è originario di Firenze, ma di Varese. Nella stagione 2000/2001 quando giocava come difensore nel Parma, lascia il club gialloblu per firmare con la Fiorentina. E un anno dopo, il 24 maggio 2001 proprio contro il Parma allo stadio Tardini, Vanoli mette a segno il gol decisivo per la vittoria di misura nell’andata della finale di Coppa Italia. Al ritorno – al tempo la finale si disputava in due match – al Franchi finirà 1-1 e il trofeo andrà alla Fiorentina. Il suo rapporto con la Fiorentina terminerà, come per tanti altri, prima del previsto: il 1° ottobre 2002 infatti il club fallisce e Vanoli si svincola per passare al Bologna.
Da allenatore Paolo Vanoli ha iniziato nelle giovanili della Nazionale, al fianco di Daniele Zoratto, Pasquale Salerno e Massimo Piscedda. La sua trafila delle selezioni giovanili lo porta a crescere di categoria in categoria fino a raggiungere la prima squadra, quando diventa collaboratore tecnico di Gian Piero Ventura. Nel 2017 ecco l’esperienza al Chelsea, in Inghilterra, al fianco di Antonio Conte, che seguirà anche all’Inter. Diventa poi per la prima volta allenatore capo, allo Spartak Mosca in Russia, per poi rientrare in Italia. Lo accoglie il Venezia, club nel quale aveva militato da giocatore: riporta i lagunari in Serie A con una storica promozione nel 2023/24. L’ultima esperienza è stata al Torino, finita dopo una stagione condita da alcune polemiche verbali con il presidente granata Cairo.
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