Alla soglia dei quarant’anni, Cristiano Ronaldo continua a sfidare il tempo e le aspettative. Dopo oltre due decenni di record e trionfi, il fuoriclasse portoghese guarda già al prossimo grande obiettivo: il Mondiale 2026, che con ogni probabilità sarà l’ultimo della sua straordinaria carriera.
In un’intervista recente, CR7 ha parlato con lucidità e orgoglio del suo futuro, ammettendo che la prossima Coppa del Mondo rappresenterà “la chiusura perfetta di un ciclo irripetibile”.

Il Mondiale 2026 l’ultimo di Ronaldo? Le dichiarazioni
Queste le dichiarazioni di Ronaldo durante un’intervista in Arabia Saudita sul tema Mondiale: “Quello del 2026 sarà il mio ultimo Mondiale. Sicuramente si. Il tempo scorre in fretta, l’anno prossimo avrò 41 anni ed è anche normale affermare ciò, penso sia il momento giusto. Dopo USA 2026, il prossimo Mondiale arriverà quando avrò 45 anni…”.

Cristiano Ronaldo e il Portogallo: che storia d’amore!
Cristiano Ronaldo e la maglia del Portogallo sono diventati un binomio indissolubile, uno dei legami più iconici della storia del calcio. Dal suo debutto in nazionale nel 2003, quando aveva appena 18 anni, fino alle più recenti apparizioni, Ronaldo ha trasformato il Portogallo da outsider europeo a potenza mondiale. Con oltre 200 presenze, un record assoluto nel calcio maschile internazionale, e più di 125 gol, è il miglior marcatore nella storia delle nazionali.
La sua parabola con il Portogallo è una storia di crescita, dolore e trionfo. Dopo la delusione della finale persa a Euro 2004 in casa contro la Grecia, Ronaldo si è imposto come leader tecnico e mentale di una generazione che avrebbe riscritto la storia lusitana. Il culmine è arrivato nel 2016, con la vittoria del Campionato Europeo in Francia: un trionfo simbolico, conquistato nonostante l’infortunio in finale contro i padroni di casa. Lacrime, fascia da capitano e una voce costante a bordocampo hanno reso quella serata la sua consacrazione definitiva.
Nel 2019 ha guidato il Portogallo al successo nella Nations League, confermando la sua capacità di reinventarsi anche oltre i trent’anni. E ancora oggi, a quasi 40 anni, continua a segnare e guidare una squadra rinnovata, affamata e costruita intorno alla sua mentalità vincente.
Ma più dei trofei, ciò che rimarrà è la sua eredità emotiva: l’idea che il Portogallo può e deve sognare in grande. Ronaldo non è solo un goleador, ma un simbolo nazionale, un’icona che ha cambiato la percezione del calcio portoghese nel mondo.






