Milan-Lazio, perché l'arbitro Collu sbaglia due volte sul rigore
Milan-Lazio ha fatto discutere molto per il finale infuocato con la discussione del mancato calcio di rigore assegnato ai biancocelesti per il tocco di braccio di Pavlovic. Era rigore? E quali altre decisioni nella stessa azione non hanno convinto? L’analisi
Il Milan vince e vola al primo posto in solitaria in Serie A, in attesa del risultato della Roma nello scontro diretto contro il Napoli. La sfida contro la Lazio però ha lasciato pesanti strascichi dal lato opposto per quel finale incandescente, che ha fatto infuriare i biancocelesti. Il riferimento è all’episodio del tocco di braccio di Pavlovic, con l’arbitro Collu che non ha assegnato il calcio di rigore, per poi confermare la sua decisione anche dopo essere stato richiamato al VAR. Tanta confusione, Allegri espulso: ma la decisione è stata corretta? Andiamo per gradi.
L’ex arbitro Gianpaolo Calvarese dai propri canali social ha analizzato: “Gli arbitri ogni tanto si complicano la vita. Il tocco di braccio di Pavlovic era da rigore? Secondo la review del VAR il braccio sarebbe fuori sagoma e quindi punibile con il calcio di rigore. Ma nella stessa review si dice che c’è un fallo precedente di Marusic su Pavlovic. Ora, guardiamo bene: per prima cosa quel fallo di mano non è mai punibile: Pavlovic è in marcatura, tiene l’uomo in un corpo a corpo naturale, non va a cercare il pallone con il braccio. Secondo: Marusic non commette alcun fallo: nessuna trattenuta, nessuna spinta: contrasto regolare. Secondo me quindi ci sono due errori: il rigore non c’è e il fallo precedente nemmeno. Una situazione abbastanza semplice resa complicata inutilmente.
Così invece l’ex arbitro Luca Marelli dagli studi di DAZN: “Quello di Pavlovic non è mai calcio di rigore per tre motivi: l’estrema vicinanza dei giocatori, il fatto che il braccio non si muova verso la palla e il fatto che Pavlovic sia di spalle. Non ci sono gli elementi per l’assegnazione di un penalty. Collu ha preso la decisione giusta per la via sbagliata. Assegnare poi un fallo in attacco è esagerato”.
La polemica è esplosa nel pre-partita e a fare più rumore è stata la reazione della Lazio. Il club biancoceleste infatti ha scelto di non mandare alcun tesserato a parlare alle televisioni o in conferenza stampa dopo la partita.
La spiegazione del motivo è chiara a tutti, esternata poi da un messaggio scritto sui canali social del club: “Ci dispiace non andare in sala stampa, questa sera le immagini parlano per noi“, si legge in un post, con le immagini dell’episodio a corredo.
A finire al centro della bufera è stato, suo malgrado, l’arbitro Giuseppe Collu. Nato a Cagliari nel 1990, ha iniziato la sua carriera da direttore di gara nella stagioone 2015/16. In massima serie è arrivato nel 2023 facendo il suo esordio in Serie A nella partita Verona-Monza. Fin qui nel campionato italiano ha diretto 17 partite, con una tendenza generale a non concedere molti penalty: ne ha fischiati appena 4.
In conclusione nell’accaduto l’arbitro Giuseppe Collu sembra sbagliare due volte. Non tanto nella scelta finale di non assegnare il calcio di rigore: la valutazione è corretta, perché il movimento di Pavlovic è coerente con la sua azione in marcatura e il tocco non è punibile. Al contempo però non sembra esserci alcun fallo precedente da parte di Marusic. Dunque sorge un altro errore: se non c’è alcun rigore e nemmeno il fallo di Marusic, a quel punto doveva essere assegnato un calcio d’angolo alla Lazio.
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