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Addio a Nicola Pietrangeli: le 10 frasi celebri dell’ex tennista

Lutto nel mondo del tennis: è morto Nicola Pietrangeli, aveva 92 anni. Andiamo a ripercorrere le frasi più interessanti pronunciate dal campione del tennis italiano.

Dentro e fuori dal campo, Nicola Pietrangeli è stato un grande simbolo del tennis italiano. Grande battutista, ha saputo usare l’ironia come metodo di dialogo, pungendo talvolta i suoi diretti avversari e anche il mondo dello sport in generale: “Sono uno sportivo. In Italia sono quasi tutti tifosi, ma non sportivi. Io sono un po’ laziale, ma non tifoso”.

Il presidente della Fitp, Angelo Binaghi, ha commentato così la triste notizia che ha scosso il 1 dicembre: “Oggi il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico. Nicola Pietrangeli non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato”.

Morte Pietrangeli: le dieci frasi più celebri
Morte Pietrangeli: le dieci frasi più celebri

Le frasi su Sinner

Pietrangeli è stato l’unico italiano, con il giornalista Gianni Clerici, a esser inserito nella Hall Of Fame del tennis (insignito del riconoscimento nel 1986). Non sono mancate le frasi sull’attuale campione azzurro Jannik Sinner. Tra queste ricordiamo: “Sarei la persona più stupida al mondo se fossi geloso di lui. Ogni volta mi chiedete di Sinner e pensano che io sia invidioso, ci resto male”.

Non sono mancate, inoltre, alcune riflessioni più pungenti: “Sinner è diventato un campione con la C maiuscola, prima lo era con la C minuscola”. Oppure: “Ci vorranno due vite a Sinner per superarmi”.

I suoi amori

Nella vita di Pietrangeli ci sono state quattro donne importanti: la moglie Susanna che ha conosciuto quando aveva 21 anni, la relazione con Licia Colò, poi Lorenza e infine Paola, il suo ultimo amore. Anche della sua vita privata, Pietrangeli non ha mai nascosto le sue problematiche: “Mia moglie Susanna Artero, madre dei nostri tre figli, mi abbandonò perché sosteneva che la tradivo. In realtà non è vero, al limite le ho messo le corna, che è ben diverso. Lorenza se n’è andata via perché voleva il matrimonio e io no. Paola? Mi ha mollato da pochi mesi, desiderava convivere al contrario di me”.

Replicando a chi gli chiedeva dei 1400 amori che qualcuno gli attribuiva, Pietrangeli rispose così: “Esagerati, mai tenuto la contabilità, sarebbe stato orribile e noioso”.

Federer e Nadal

Pietrangeli ha sempre riconosciuto l’immensa classe del tennista svizzero Roger Federer: “Arduo trovargli dei difetti, scendere nei voti sotto il dieci. Come Borg, ha inventato il suo stile, un nuovo modo di giocare a tennis. Elogi anche nei confronti del tennista spagnolo più forte di sempre, Rafal Nadal: “Sulla terra è il più forte della storia. Ogni anno vengono festeggiati quelli che hanno vinto almeno tre volte il torneo di Montecarlo, ci siamo io, Borg, Nastase e Nadal. Ma lo spagnolo ne ha vinti undici”, aveva chiosato.

La rivalità con Panatta

Pietrangeli, dominatore del tennis italiano negli anni ’50 e ’60, e Adriano Panatta, pezzo di diamante degli anni ’70, si sono affrontati più volte, ricordando la celebre finale dei Campionati Italiani Assoluti del 1970, che ha segnato il passaggio di testimone tra due epoche del tennis italiano. Pietrangeli parlava così del rivale: “Adriano è nato per giocare a tennis, peccato che sia durato poco perché sarebbe stato in grado di battere tutti i miei record. In un anno ha guadagnato cifre assurde”.

Pietrangeli ha ricordato anche il primo scontro sul campo con Panatta: “Me lo ritrovai sul campo senza sapere chi fosse e mi fece impazzire di smorzate. Gli dissi: ‘Regazzì, guarda che le palle corte le ho inventate io”.

Wimbledon e Roland Garros

Pietrangeli, nel corso degli anni, ha ripercorso i tornei più importanti che ha giocato, sottolineandone anche i cambiamenti avvenuti nel corso delle varie epoche tennistiche: “Quando ho giocato la semifinale a Wimbledon, ho ricevuto 20 sterline. Oggi, invece, è un bel mestiere”, aveva evidenziato i mutamenti sul piano finanziario e remunerativo. La partita più bella? Pietrangeli non ha dubbi: “La semifinale a Roland Garros vinta con Roy Emerson nel 1964. Avevo giocato talmente bene che il pubblico mi reclamava, come a teatro”.

Cosa diceva della morte

Pietrangeli ha inoltre parlato del suo rapporto con l’Aldilà, raccontando che ogni sera che si faceva il segno della croce: “Spero, come tutti, di morire nel sonno. Ma finora mi sono sempre svegliato. Il mio funerale? “Tra mille anni, si farà allo stadio Pietrangeli, perché c’è parcheggio e ci sono tremila posti a sedere. Mi dispiace che non potrò assistere, per vedere chi viene e non viene. La musica del funerale? La sto ancora decidendo, anche se My Way all’uscita non sarebbe male”.

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