Cristiano Ronaldo batte il robot
Cristiano Ronaldo si è messo alla prova in un confronto davvero particolare: calciare dei rigori contro un portiere robotizzato controllato da un sistema di intelligenza artificiale.
Nonostante la sua fama di infallibile tiratore dagli undici metri, il fuoriclasse portoghese Cristiano Ronaldo ha dovuto faticare parecchio prima di trovare il modo giusto per mandare il pallone in rete e battere una macchina progettata per reagire in modo rapidissimo. La nuova sfida che ha vinto l’ex giocatore di Manchester United e Real Madrid mostra uno dei motivi per i quali è arrivato dove è arrivato: anche di fronte all’intelligenza artificiale, CR7 ha trovato il modo di segnare.
Il dispositivo contro cui Cristiano Ronaldo ha tirato è frutto dell’ingegno di Mark Rober, ex ingegnere della NASA e oggi celebre creatore di contenuti scientifici online. Rober ha realizzato un portiere meccanico capace di coprire quasi completamente lo specchio della porta e di individuare in tempo reale le caratteristiche del tiro, grazie a sensori posizionati ai lati dell’area. Il robot interpreta velocità, direzione ed effetto del pallone, scegliendo di conseguenza come muoversi.
Il test si è svolto nel centro sportivo della nazionale portoghese, durante una pausa dagli impegni ufficiali. Molti compagni di squadra di CR7 hanno voluto assistere all’esperimento, incuriositi dal particolare avversario. Prima di iniziare la sfida vera e propria, Rober ha mostrato il funzionamento della macchina con alcune simulazioni che hanno lasciato i presenti senza parole per prontezza e precisione.
Quando è arrivato il momento di mettersi al tiro, Ronaldo ha provato diverse soluzioni: tiri di potenza, rasoterra angolati, conclusioni a incrociare e persino il classico tiro centrale che spesso sorprende i portieri umani. Ma la macchina sembrava anticipare ogni scelta, andando sempre a chiudere lo spazio giusto. Anche per un giocatore del suo livello arrivare al gol si è rivelato più complicato del previsto.
La determinazione, però, è una delle caratteristiche che da sempre distinguono CR7. Non si è lasciato scoraggiare e ha iniziato a studiare il comportamento del robot, cercando di intuire quali movimenti lo mettessero maggiormente in difficoltà. Dopo vari tentativi, ha finalmente trovato una soluzione: una traiettoria a rientrare, carica di effetto, destinata a finire in un punto della porta particolarmente difficile da coprire per la macchina per la forma stessa della sagoma, che le impediva di coprire interamente un certo angolo sotto le braccia.
Il tiro è passato a pochi centimetri dalla sagoma, ma abbastanza da risultare imparabile. In quel momento Ronaldo ha capito di aver scoperto il “punto debole” del portiere robotico: una zona raggiungibile solo con un mix di precisione, forza e rotazione che pochi giocatori al mondo possono garantire. Così, con un colpo da maestro, il campione portoghese ha dimostrato di saper battere anche un avversario creato dall’ingegneria e dall’intelligenza artificiale, confermando ancora una volta la sua straordinaria capacità di adattamento.
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