Esistono due Juventus, una eroica ed una pessima. La Juventus eroica è quella che decide di presentarsi al Maradona dopo essere stato oggetto dell’ennesimo lancio di oggetti. Si è’ rotto un vetro e si è rischiato di far male seriamente a qualcuno.
Eroico l’atteggiamento di chi ha evitato il vittimismo come Chiellini che ha minimizzato ma da chi era sul pullman ci dicono che non è stata una cosa da nulla, anzi.
Ci dispiace che nessuno abbiamo chiesto scusa per il comportamento di questi incivili e anzi che qualcuno abbia pure negato…

Il nulla sul campo
Dagli eroi del viaggio al nulla in campo. In casa Juventus si e’ chiusa un’ennesima settimana negativa. Dopo le speranze nate nel post-Udine, è arrivata la pesante delusione della partita contro il Napoli, una gara in cui i bianconeri non sono mai riusciti a dare l’idea di poter competere.
Errori individuali, scelte sbagliate, giocatori incapaci di incidere: il quadro è stato desolante. Nonostante le assenze da entrambe le parti, il Napoli è apparso come una squadra con idee chiare, mentre la Juventus ha mostrato ancora una volta tutte le sue fragilità.
Juventus senza identità: anni di strappi e cambi continui
La Juventus vive da anni una serie di strappi strutturali: continui cambi di allenatore — siamo al terzo dall’inizio della scorsa stagione — e rivoluzioni dirigenziali, prima con la scelta di puntare su Cristiano Giuntoli, poi con la volontà di virare su Damien Comolli.
Eppure, nonostante questi cambiamenti, i risultati restano invariati. Il problema, quindi, non sembra essere solo l’allenatore, né esclusivamente la dirigenza o i giocatori.
Juve: il problema è la nessuna unità di intenti
La Juventus appare priva di una guida chiara e di una reale unità di intenti. Cambiare tutto quando le cose non funzionano è facile, ma non risolve le radici del problema.
Nel mercato estivo, i nuovi acquisti non sono riusciti a migliorare la squadra: anzi, il livello generale è peggiorato. La Juventus è una delle poche squadre ad aver inserito giocatori che non hanno alzato la qualità complessiva, una responsabilità che ricade sia sui dirigenti sia sugli stessi calciatori incapaci di adattarsi. Guardate cosa hanno fatto il Napoli con Hojlund o l’Inter con Pio Esposito e Bonny o ancora il Milan con Rabiot e Modric.
Una rosa mediocre e immagini simbolo della crisi
La base della rosa, al netto di poche eccezioni, rimane di una mediocrità evidente. Emblematica l’immagine della partita contro il Napoli: un giocatore tenta una rovesciata goffa mentre un altro “sbuccia” il pallone senza riuscire nemmeno a toccarlo.
È la fotografia perfetta della Juventus di oggi: confusa, senza obiettivi, con giocatori che sembrano rassegnati e un ambiente dove la mediocrità è diventata la normalità.
Società assente: unica speranza Giorgio Chiellini
In tutto questo, la società appare quasi totalmente assente. L’unico spiraglio di speranza è rappresentato da Giorgio Chiellini, mentre per il resto la Juventus vive una condizione complicata anche a livello extracampo, spesso penalizzata nelle decisioni e nei tempi della giustizia sportiva, soprattutto rispetto ad altre società e incapace di farsi sentire quando il campo le dice male, sono cinque i punti sottratti da errori arbitrali in stagione.
Non stupisce che davanti in classifica ci siano sempre le stesse squadre. Stupisce invece quanto la Juventus sembri oggi senza guida, senza identità, senza un progetto riconoscibile.
Nessun alibi: la responsabilità è tutta della Juventus
Questa volta, dopo Napoli non ci sono alibi arbitrali: gli arbitri possono commettere errori, ma contro il Napoli non hanno inciso. La responsabilità è interamente dei giocatori scesi in campo, che ancora una volta hanno dimostrato di essere poco degni della maglia che indossano.






