Formula 1, Gp Ungheria: la protesta di Hamilton e Vettel

Al Gp d’Ungheria di Formula 1 sta andando in scena una protesta simile a quella avvenuta agli Europei. Protagonisti Hamilton e Vettel

Lewis Hamilton
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Il mondiale di Formula 1 è ripartito oggi con le prove libere del Gp d’Ungheria. Gli occhi, naturalmente, sono tutti puntati sul duello al vertice per il titolo piloti tra Hamilton e Verstappen, con il divario che si è notevolmente ridotto dopo l’incidente avvenuto a Silverstone.

Ieri, come di consueto, i piloti hanno sfilato in conferenza stampa dove hanno risposto alle domande dei media in vista della prossima gara di domenica. Ma la giornata di ieri è stata segnata anche da una forte protesta che ha visto come protagonisti proprio il campione del mondo della Mercedes e l’ex Ferrari Sebastian Vettel.

A finire sotto la lente d’ingrandimento è stata la legge ungherese che, di fatto, va contro ogni diritto della comunità LGBTQ+. La norma, entrata in vigore a luglio, ha fatto molto clamore anche agli europei di calcio ed il mondo della Formula 1 ha approfittato della trasferta in Ungheria per far sentire la sua voce.

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Gp Ungheria, Vettel ed Hamilton attaccano il governo: “Una legge del genere è inaccettabile”

Sebastian Vettel
Getty Images

Sebastian Vettel, ad esempio, si è presentato in conferenza stampa con un paio di scarpe arcobaleno per poi ribadire la sua vicinanza alla comunità LGBTQ+: “Ognuno è libero di fare quello che vuole e questo è il punto. È sulla falsariga del vivi e lascia vivere. Non sta a noi fare la legge ma solo esprimere il sostegno a coloro che ne sono colpiti”.

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Più pesante è stato Hamilton che senza mezzi termini ha condannato fermamente la decisione del governo ungherese: “È inaccettabile, codardo e fuorviante per chi è al potere suggerire una legge del genere. – ha scritto il britannico su Instagram – Tutti meritano di avere la libertà di essere se stessi, non importa chi amano o come si identificano. Esorto il popolo ungherese a votare nel prossimo referendum per proteggere i diritti della comunità LGBTQ+, hanno bisogno del nostro supporto più che mai”.

 

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