Banchero non sceglie l’Italia: ecco perché e quando lo farà

Reduci dalla notte NBA in cui Paolo Banchero, con i suoi 25 punti, batte i Golden State Warriors, inevitabile che in Italia torni il battage mediatico sulla convocazione della stella degli Orlando Magic in Nazionale. Un tema che onestamente però è meno scottante di quello che nel nostro Paese ci illudiamo sia. Mettetevi nei panni di un rookie a cui la vita da qualche mese è letteralmente stata stravolta. Popolarità, soldi, contratto di sponsorizzazione firmato con il Jordan Brand. Nuova quotidianità in Florida, nella città della Disney, nella franchigia che fu di Shaquille O’Neal. Non esattamente un posto sperduto degli Stati Uniti.

Ecco che allora, con tutto il rispetto per l’Italbasket e per il suo coach, Gianmarco Pozzecco, potete mettere la situazione Nazionale nella giusta prospettiva. L’Italia non può ragionevolmente essere una priorità per Paolo Banchero. Ma non per qualche demerito nostro, ma semplicemente perché il basket delle nazionali, forse Olimpiadi a parte, è obiettivamente un mondo minore rispetto all’NBA.

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“Sì, ma Doncic…”: certo, ovvio. Ma le eccezioni esistono per confermare le regole. La verità è che è giusto che Banchero si prenda tutto il tempo che serve al suo corpo e alla sua mente per diventare a tutti gli effetti un giocatore NBA dominante. E questo mal si concilia con l’impegno ai Mondiali in Asia. Dimostrando comprensione a riguardo, l’Italbasket guadagnerebbe probabilmente ulteriori punti nella considerazione del giocatore e del suo entourage: è comprensibile che un pensierino al Dream Team qualcuno lo faccia. Ma il Banchero visto in questi primi mesi di stagione non è, per nostra fortuna, un giocatore capace di impattare immediatamente in una squadra dall’equilibrio così sottile e delicato.

Paolo insomma, lascia perdere il Dream Team, LeBron e tutti i fronzoli. E pensa all’azzurro. Sì, ma come, quando e dove lo vorrai tu. Se poi sarà già in questo 2023, sognare una medaglia non sarà nemmeno così tanto proibito.

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