Sebastian Vettel pronto a tornare, clamorosa indiscrezione dal paddock. Il 4 volte campione del mondo ha già un ruolo adatto a lui
Il 23 febbraio durante i primi test prestagionali di Sakhir in pista ci saranno molti ultratrentenni. Due su tutti, Fernando Alonso che ha 42 anni e Lewis Hamilton che ne ha appena compiuti 38. Ecco perché anche Sebastian Vettel con i suoi 35 anni ci sarebbe stato benissimo, ma il tedesco ha decisi di staccare la spina. Per sempre o forse no, lo sapremo nei prossimi mesi.
Annunciando il suo addio, il 4 volte campione del mondo con la Red Bull ha confessato di non avere nessun rimpianto. Il mancato titolo con la Ferrari, soprattutto nel 2017 e 2018 quando aveva il potenziale per battere Hamilton e la Mercedes, resta una pagina amara, ma ormai fa anche parte del passato.
All’Aston Martin nelle ultime due stagioni invece non aveva il potenziale utile per giocarsi la pole e quindi nemmeno le vittorie in gara, quindi va bene così. Avrà più tempo, come ha ammesso il tedesco, per dedicarsi a suo moglie e ai suoi figli, per coltivare quelle passioni messe da parte in tutti gli ultimi anni.
Un ritorno nel mondo della Formuila 1 che è stato suo per 15 lunghi anni non è in programma. Lo ha ribadito ancora di recente ai microfoni di Servus TV quando gli hanno chiesto se non si immaginava nei panni di commentatore tecnico: “Assolutamente no, ci sono persone che lo sanno fare molto meglio di me”, aveva spiegato.
Sebastian Vettel pronto a tornare, spunta una clamorosa indiscrezione: c’è la chiamata
Eppure nelle ultime ore le prospettive di rivedere presto Sebastian Vettel in quello che è stato a lungo il suo mondo sono cresciute. Perché la sua lunga esperienza al volante non può essere messa da parte così senza che nessuno provi a sfruttarla, visto che ha appena smesso.
Una prima ammissione è arrivata da Helmut Marko, consulente di Red Bull e da sempre uomo che fa da collegamento tra la proprietà del team e gli uomini in posta. Era stato lui nel 2008 a introdurre il tedesco nel mondo della F1 e ora spinge per creargli un nuovo ruolo.
Ecco quindi che a Sky Deutschland immagina un futuro diverso per il suo pupillo: “Credo non sia impossibile che torni per una posizione dirigenziale. Anzi, ne abbiamo parlato e ha ammesso che gradirebbe una futura posizione del genere. Su questo è stato molto chiaro durante la conversazione”.
Già, ma dove potrebbe andare considerando che in Red Bull tutte le posizioni principali sono occupate? Un ritorno alle origini per lui, quello alla AlphaTauri che una volta era Toro Rosso e lo ha fatto esordire. “Ha sicuramente il potenziale e la personalità per farlo. Adesso però lasciamogli piantare qualche albero”. Una battuta legata al profondo impegno di Vettel nel mondo dell’ambientalismo che ha fatto diventare una sua battaglia.
Sebastian Vettel e AlphaTauri: la sua leggenda è cominciata con il team erede della Minardi
Così la mente torna alla prima stagione di Sebastian Vettel in Formula 1, gli inizi che lo hanno portato alla Red Bull e a diventare campione del mondo per 4 anni di fila. La Toro Rosso aveva di fatti rivelato la Minardi diventando la squadra giovanile del team austriaco. In Red Bull quell’anno c’erano due vecchie volpi come Mark Webber e David Coulthard, ma lui fece meglio.
Il 4 settembre a Monza, in occasione del Gran Premio d’Italia, sfruttò alla perfezione le pessime condizioni meteo del sabato per scattare in pole e poi per vincere il giorno successivo la gara. Nessuno immaginava che sarebbe stato solo il primo capitolo di una storia leggendaria, ma lui ha contribuito a far crescere la squadra.
Lo aveva raccontato anche Franz Tost, allora team principal, a The Race: “Il 95% dei dipendenti sono appassionati di sport motoristici o di F1 e capiscono che è qualcosa di speciale lavorare lì, ma vogliono anche vincere. Se hai un pilota di successo a loro non interessa lavorare giorno e notte. Quindi è importante portare a casa punti, buoni risultati e se possibile una vittoria”.